mercoledì, 5 Febbraio 2025
Fatih Akin, gli immigrati la nuova mitologia della Germania
(ANSA) – BOLOGNA, 19 GIU – “Quando ho scoperto la biografia
di Xatar sono stato affascinato dalla sua vita e leggendo il suo
libro ancor più colpito dal suo modo di vivere un po’ matto. Il
protagonista arriva come rifugiato, è nato sotto i bombardamenti
di Khomeini e grazie al padre è andato in Germania. Poi è
diventato un gangster. Per questo la sua vita è sregolata ed è
diventato un film a più generi, con più stili, come la vita, che
è dramma, romantica, è diversa. È una riflessione sulla vita,
sulla Germania, sul mondo tedesco e anche sulla mia vita”. Fatih
Akin – regista tedesco d’origine turca Orso d’Oro a Berlino nel
2004 con La sposa turca e Leone d’argento a Venezia con Soul
Kitchen nel 2009 – ha presentato al Biografilm di Bologna il suo
ultimo film, Rheingold, come evento speciale: la pellicola
(uscirà al cinema il 27 luglio distribuita da I Wonder Pictures)
era già stata presentata in anteprima alla Festa del Cinema di
Roma. Protagonista del film un criminale che si trasforma in un
rapper. Dall’inferno di una prigione irachena, a metà degli anni
Ottanta Giwar Hajabi (Xatar) arriva in Germania. In poco tempo
passa da piccolo criminale a grande spacciatore, con il
soprannome Xatar (“pericoloso”). Fino a quando non perde un
carico di droga. Per saldare i suoi debiti Giwar progetta così
un furto d’oro. Fatih Akin racconta la storia vera del rapper
curdo Xatar: dalla guerra al ghetto, fino alle vette della
musica. “Il film rappresenta anche un mio viaggio nel cinema,
sono sempre stato influenzato dai film di gangster, quelli
italoamericani soprattutto, con un retroterra da immigrati. Una
influenza molto grossa per me è stato Matteo Garrone, una delle
voci più forte del cinema europeo, non ho fatto però un film
tipo Dogman o Gomorra, ho fatto un film più glamour”. Il carcere e la musica, il riscatto della musica, sono
essenziali nel film. “Non so però se ho lanciato un messaggio
con questo film, non faccio un film da messaggero, io racconto
storie. La cosa importante di questo film è mostrare che gli
immigrati sono la nuova mitologia della Germania, non solo in
politica, nello sport, nella musica, ma in tutto. Noi stiamo
riscrivendo la mitologia della Germania”, conclude. (ANSA).