Fischi all’inno e rissa, Canada-Usa ai tempi di Trump

Un regolamento di conti sul ghiaccio.

È successo nei primi secondi di gioco, nove per la precisione, della sfida Canada-Usa di hockey, valida per il torneo 4 Nations Face-Off che oltre alle due nazionali nordamericane prevede la presenza di Svezia e Finlandia, altre potenze mondiali di questo sport.  Prima dell’inizio del match ci sono stati i fischi all’inno statunitense, come in Canada accade anche in occasioni di partite della Nba e della Nhl, ma questa volta c’è stata una vera e propria ‘pioggia’, accompagnata anche da ululati, quasi a voler dare l’impressione che le parole dette di recente dal Presidente degli Usa Donald Trump, che è arrivato a parlare di Canada come 51/o stato dell’Unione, hanno lasciato il segno.

Così il ghiaccio del Belle Centre di Montreal si è trasformato in un vero e proprio ring, con scambio di pugni fra il canadese Brandon Hagel e lo statunitense Matthew Tkachuk accompagnati dai boati del pubblico. Subito dopo è Brady, fratello di Tkachuk, a scambiarsi colpi, anche al volto (i due si erano tolti i guanti per potersi colpire più duramente), con Sam Bennett. Sei secondi dopo ancora una scazzottata, questa volta fra JT Miller e Colton Parayko.  Dopo il caos la partita è cominciata e alla fine gli Usa hanno vinto in trasferta per 3-1. Ma a fine partita si è parlato quasi esclusivamente della rissa. “Quanto accaduto non era studiato né ci sono state indicazioni in tal senso – il commento del ct del Canada, Jon Cooper -. È stato tutto il più naturale possibile, i miei ce l’avevano dentro. Probabilmente, 10 anni di hockey internazionale sono ‘spirati’ in un minuto e mezzo”.  Secondo il coach degli Usa, Mike Sullivan “si sono affrontate due nazionali molto competitive e ancora di più orgogliose dei loro paesi. Per questo è stata una partita di hockey incredibile”.
   

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