Florentino Perez, il magnate spagnolo che punta alla Superlega e ad Atlantia

Non basta il Real Madrid, non basta essere uno dei più grandi costruttori di Spagna, non basta nemmeno diventare il (probabile) primo Presidente della neonata Superlega del calcio. Florentino Perez vuole di più. Dieci miliardi. E’ quanto il gruppo Acs, il principale consorzio spagnolo di infrastrutture, ha messo sul tavolo per acquistare Atlantia ed entrare, così, in Autostrade per l’Italia con il fine di creare il più grande gruppo europeo delle autostrade.

Un progetto ambizioso che in calce vede la firma di Florentino Perez l’imprenditore re Mida che ha traghettato da una parte la Spagna nel terzo millennio grazie a una serie di opere infrastrutturali di ultima generazione e dall’altra il Real Madrid sul tetto del mondo a livello calcistico.

Chi è Florentino Perez

Florentino Perez, classe 1947, è un imprenditore eclettico e visionario con una sfacciata passione per i grandi progetti di coesione europea.

Basti pensare a quello cui sta lavorando proprio ora e cioè la creazione di una SuperLiga europea che dribbli la Uefa e che si collochi a livello calcistico in Europa laddove negli Stati Uniti si situa l’NBA. Neoeletto presidente della neonata SuperLiga calcistica Perez non perde un colpo e dopo essere stato confermato presidente anche del Real Madrid almeno fino al 2025 ora l’imprenditore punta alle autostrade italiane.

Nel frattempo ha deciso di procedere alla ristrutturazione totale dello stadio Bernabeu di Madrid utilizzando i proventi dei diritti televisivi dei Merengues il cui valore non è sceso neppure dopo due anni di pandemia, anzi.

Gli inizi

Perez è la quintessenza iberica del self made man. Figlio di un farmacista di Madrid con la stoica vocazione al lavoro Florentino è cresciuto con la consapevolezza che tenacia e passione fossero l’anticamera del successo e questi due capisaldi l’hanno portato a essere, secondo la rivista Forbes, uno degli uomini più ricchi di Spagna con un patrimonio stimato di 2,2 miliardi di euro.

Più dei soldi a Perez, però, interessa il potere. In un’intervista concessa all’edizione spagnola di Business Insider Perez ha ammesso: “Non ho mai lavorato per fare soldi, perché non so come godermeli. Il denaro che c’è nella borsa un giorno sale e un altro va giù, è difficile sapere quanto ho”.

Dopo essersi laureato in ingegneria civile Perez ha intrapreso la carriera politica ricoprendo varie cariche nella pubblica amministrazione madrileña.

L’attività imprenditoriale

La sua carriera imprenditoriale è iniziata nel 1983 quando è diventato amministratore delegato della Construcciones Padrós, S.A.

La presidenza del gruppo Acs, – Actividades de Construcción y Servicios, S.A – invece, risale al 1997. L’azienda vanta un fatturato di quasi 35 miliardi, 1,4 miliardi di profitti e oltre 179mila dipendenti.

Tra le pietre miliari più importanti alla guida di ACS vanno ricordate l’acquisizione del Gruppo Dragados nel 2003, una partecipazione di controllo della tedesca Hochtief nel 2007 e, nel 2018, l’acquisto congiunto di Abertis con il gruppo italiano Atlantia della famiglia Benetton.

L’interesse per Atlantia

Come riporta il Financial Times il rinnovato interesse di Perez per le autostrade italiane deriva dalla sopraggiunta liquidità nelle casse di Acs derivata dalla vendita di asset a Vinci. Si tratta di 4,9 miliardi di liquidi cui ne andrebbero aggiunti ulteriori 5,1 per arrivare ai 10 miliardi proposti a Aspi che vanno a superare l’offerta del consorzio formato da Cdp con i fondi Blackstone e Macquarie pari a circa 9,1 miliardi di euro

La passione per il calcio

Gli affari di Acs, però, occupano solo la metà del cuore di Florentino Perez che, alla presidenza del Real Madrid, ha segnato pagine di storia del calcio e del costume. Basti pensare allo storico passaggio di Luis Figo dal Barcelona al Real Madrid che con ogni probabilità, nel 2000 ha rappresentato il passaggio a livello chiuso di fronte a quel treno che correva a tutta velocità rappresentato dal Barcellona.

Da allora il Real ha vinto tutto, attraversando il periodo Ronaldo sul tetto del mondo e riuscendo a rimanere in piedi nonostante l’uscita di scena del campione portoghese.

L’altra faccia della medaglia

Uniche gramaglie nella carriera di Perez sono rappresentate dal fallimento del progetto editoriale della rivista “Leisure Guide” e le vicende legate al progetto Castor Castor, il mega deposito di gas che la Commissione europea e il governo Zapatero volevano realizzare al largo del golfo di Valencia. ACS era in prima linea nel progetto che venne abbandonato quando le manovre di immagazzinamento offshore generarono oltre 400 scosse sismiche.

Il risarcimento, però, Perez non dovette tirarlo fuori di tasca propria ma richiese subito aiuto alle casse dello Stato ottenendo circa 1,35 miliardi di euro.

Secondo l’opinione pubblica iberica è proprio questo uno dei grandi difetti di Perez: utilizzare lo Stato come paracadute per coprire eventuali errori imprenditoriali. “Un imprenditore spietato che sa di esserlo” viene definito da parte della stampa spagnola. Un gran mangiafuoco che muove i suoi burattini con maestria e per questo c’è da stare attenti a incrociare il suo cammino.

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