Flow, un gatto alla fine del mondo con animazioni da Oscar

Se ci fosse la voce fuori campo, ‘Flow – Un mondo da salvare’ di Gints Zilbalodis potrebbe
essere un film di animazione girato da Terrence Malick. Comunque
a parte il paradosso, quest’opera è uno ‘strano animale’ senza
parole, apocalittica, metafisica, romantica, biblica in un mondo
in cui gli esseri umani sembrano essere del tutto scomparsi per
un diluvio in corso. E questo solo per raccontare qualcosa di
questo film davvero singolare che, dopo aver affascinato Cannes
e conquistato quattro premi ad Annecy, sarà in sala con Teodora
dal 7 novembre dopo l’anteprima italiana ad Alice nella Città.
    Ecco la storia raccontata da Zilbalodis, one-man band
(produttore, regista, animatore, sceneggiatore, montatore,
direttore della fotografia, fonico, compositore e art director)
nato in Lettonia nel 1994. È in corso una grande inondazione,
che sembra non finire mai. Arriva prima lentamente e poi sempre
più velocemente mettendo in pericolo la vita di un giovane gatto
nero che vive in una casa nel bosco. E questo appunto in un
mondo in cui gli esseri umani sembrano essere scomparsi.
    Vediamo così il gatto approdare su una barca a vela dispersa tra
le acque che ricorda tanto l’arca di Noè (ma anche i barconi dei
migranti), qui si uniscono infatti a lui, tra mille diffidenze,
un cane, un capibara, un lemure e una gru.
    Per loro sarà un lungo viaggio di conoscenza, solidarietà (il
gatto imparerà a pescare per nutrire tutti i suoi nuovi
compagni) e soprattutto di sopravvivenza. Sì perché quando
questa piccola brigata arriva a un approdo sicuro subito nuova
acqua è pronta a sommergere tutto.
    Il viaggio si fa lungo attraverso un paesaggio spettrale (che a
volte ricorda L’isola dei morti di Arnold Böcklin), fatto da
altrettanto spettrali architetture gotiche senza alcuna traccia
umana e giganteschi dolmen e cipressi salvi per la loro naturale
verticalizzazione.
    Disegni in un CGI minimalista che ricorda il disegno a mano,
nessuna furba antropomorfizzazione degli animali, lunghi piani
sequenza e rappresentazione della natura romantica in stile
Dürer e Fredrich. Questo e altro ancora fanno del giovanissimo
Gints Zilbalodis, come già annunciato da Variety, tra i favoriti
nella corsa all’Oscar.
   

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