Fondi russi ai partiti. Italia al momento è esclusa ma il centrodestra è sotto accusa lo stesso

In una campagna elettorale già avvelenata dalle polemiche, nella quale tutti promettono l’impossibile, ecco arrivare la polpetta avvelenata. Stavolta arriva dagli Stati Uniti e sta mandando in corto circuito i principali partiti e i loro leader che a dieci giorni dal voto temono che la vicenda possa influire sul risultato elettorale.

Tutto nasce dall’intervista rilasciata a La Repubblica dall’ex ambasciatore americano alla Nato, Kurt Volker, che ha parlato di un dossier nel quale si parlerebbe (il condizionale è d’obbligo) di almeno 300 milioni di dollari che la Russia di Vladimir Putin avrebbe investito su partiti e personalità politiche di 24 Paesi europei. Tutto sarebbe iniziato dal 2014 (anche se appare poco credibile che sia davvero così) e l’intento dell’operazione sarebbe quello classico: sovvertire l’ordine democratico dei Paesi coinvolti, indirizzare le elezioni e legare a sé importanti leader politici. Kurt Volker nella sua intervista ha parlato anche di Fratelli d’Italia: «Sapevamo da anni che i russi spendono per influenzare le elezioni in tutto l’Occidente. Cercano di promuovere la divisione nelle nostre società e fra i nostri Paesi. Questi 300 milioni non hanno fruttato molto, però hanno migliorato le prospettive di alcuni partiti, come quello di Le Pen in Francia e Fratelli d’Italia da voi». L’ex ambasciatore ha anche parlato di Forza Italia e della Lega e a questo proposito Matteo Salvini intervenendo a L’aria che tira (La7) ha dichiarato: «È illegale, più che alto tradimento, prendere finanziamenti dall’estero è illegale, è contro la legge. Se uno mi volesse dare soldi da Papua, Russia, Cina o Stati Uniti sarebbe illegale». Poi alla domanda se serva chiarezza prima delle elezioni ha risposto: «Ma stiamo parlando del nulla, il presidente del Copasir (Adolfo Urso di FdI, che si trova negli States n.d.a.) ha detto che non ci sono partiti italiani coinvolti». Pronta la smentita di Giorgia Meloni che ha annunciato di voler querelare sia Volker che Repubblica: «C’è un titolo questa mattina che riguarda Fratelli d’Italia, titolo de La Repubblica, che allude a cose che poi non ci sono nell’intervista. Siccome è tutto verificabile quali sono le nostre fonti di finanziamento, non mi sembra un buon modo di fare giornalismo né di fare l’ambasciatore, lanciare accuse dicendo poi che non ci sono le prove. Quindi o ci forniscono le prove, o dovremo querelarli per diffamazione. Quando si dichiara una cosa dicendo di non avere prove, ci si assume la responsabilità. Ci portino le prove. Ma siccome so che le prove non ci sono perché Fratelli d’Italia non prende soldi da stranieri, credo che la querela sia inevitabile».

Secondo quanto riferito, il governo Draghi sarebbe stato informato del report dell’intelligence americana e per questo avrebbe chiesto a Washington maggiori dettagli, ad esempio sull’identità di coloro che avrebbero ricevuto i soldi provenienti da Mosca. Nonostante le molte speculazioni gli americani si sarebbero trincerati dietro una cortina fumogena perché «l’operazione è ancora in corso, che tradotto più o meno significa che le sorprese devono ancora arrivare.

In ogni caso che non si stia parlando del nulla come sostiene Matteo Salvini lo provano le parole di Ursula von del Leyen, presidente della Commissione europea, che durante il discorso sullo Stato dell’Unione, pronunciato nell’aula dell’Europarlamento di Strasburgo, ha affermato: «Dobbiamo proteggerci meglio dalle interferenze menzognere. Presenteremo un patto per la difesa della democrazia che affronterà l’influenza straniera e farà luce sui finanziamenti oscuri. Non dobbiamo perdere di vista il modo in cui gli autocrati stranieri prendono di mira i nostri Paesi, ci sono entità straniere che finanziano istituti e minano i nostri valori. La loro disinformazione si diffonde via internet e nelle aule delle università ma non permetteremo a nessun “Cavallo di Troia” dell’autocrazia di attaccare la nostra democrazia dal suo interno». Fin qui la cronaca sulla quale occorre essere prudenti, tuttavia, la sensazione è che dal prossimo 26 settembre governare l’Italia tra questi veleni e i mille problemi da affrontare sarà una missione quasi impossibile.

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