François Ozon, ‘in Peter Von Kant io come Fassbinder’

(ANSA) – ROMA, 15 MAG – “Ho fatto questo film grazie a
un’intuizione, ovvero che il testo originale di Fassbinder fosse
una sorta di cronaca su una delle sue appassionate storie
d’amore. Insomma nel suo film Le Lacrime Amare di Petra von
Kant, Fassbinder traspose la sua triste storia d’amore per
l’attore Günther Kaufmann. Lui ne fece allora una storia d’amore
lesbica tra una stilista e la sua modella, io ho invece reso
Peter un regista che si innamora del suo attore e questo per
meglio identificarmi con il personaggio”. Così François Ozon
alla 72/a edizione del Festival di Berlino ha presentato Peter
von Kant che ora arriva in sala dal 18 maggio con Academy Two.
    Si tratta insomma di una libera interpretazione del capolavoro
del 1972 di Rainer Werner Fassbinder Die Bitteren Tränen der
Petra von Kant, ma questa volta con un cast composto da Denise
Ménochet, Isabelle Adjani, Khalil Gharbia, Hanna Schygulla e
Stéfan Crépon.
    Che succede nel film? Accade che il corpulento e sanguigno
regista di successo (interpretato dal credibilissimo Ménochet)
che vive nel suo appartamento con il suo filiforme (anche
caratterialmente) assistente Karl, da lui maltrattato ogni
secondo con vera passione, conosce ad un certo punto, grazie
alla sua amica attrice Sidonie (Adjani), Amir (Gharbia) giovane
molto bello e smart di cui subito si invaghisce. Gli propone
così di fare l’attore pur di averlo tutto per sé, ma quando il
ragazzo poi ha successo Amir (viene chiamato a un certo punto da
Franco Zeffirelli) prende il volo. Cosa lega Ozon a Fassbinder? “È un regista che ha una visione
del mondo che mi ha sempre affascinato. Nel film originale c’era
una teatralità molto forte e io volevo invece ci fosse più
empatia. Fassbinder, insomma, non è un regista amichevole come
non lo sono i suoi stessi film. Volevo che lo spettatore
provasse sentimenti diversi nei confronti di Peter: a volte
spregevole, a volte commovente, a volte grottesco e
accattivante”. (ANSA).
   

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