Fusione nucleare,ora l’AI di Google sa controllare il plasma

(ANSA) – ROMA, 21 FEB – L’intelligenza artificiale di Google
ha imparato a controllare il plasma dentro a un reattore per la
fusione nucleare, ovvero il gas caldissimo e rarefatto di ioni
ed elettroni che viene confinato mediante un campo magnetico
all’interno del recipiente a ciambella chiamato tokamak. Il
risultato, che apre nuovi scenari per lo sfruttamento di questa
futura fonte di energia pulita, è pubblicato sulla rivista
Nature dai ricercatori del Politecnico federale di Losanna
(Epfl) in collaborazione con l’azienda britannica DeepMind di
Google. Una delle maggiori difficoltà nella realizzazione della
fusione nucleare è la necessità di confinare il plasma nel
tokamak evitando che venga a contatto con le sue pareti e si
deteriori. Per prevenire questo inconveniente, i ricercatori
dello Swiss Plasma Center dell’Epfl (uno dei pochi centri al
mondo ad avere un tokamak in funzione) sono soliti sperimentare
le configurazioni dei sistemi di controllo su un simulatore,
sviluppato in oltre 20 anni di ricerche e aggiornato
continuamente. “Nonostante ciò – spiega Federico Felici,
ricercatore dell’Spc e co-autore dello studio – servono ancora
calcoli molto lunghi per determinare il giusto valore di ogni
variabile del sistema di controllo. E’ qui che è entrato in
gioco il nostro progetto di ricerca congiunto con DeepMind”.
    Insieme agli esperti di Google, i ricercatori hanno sviluppato
un algoritmo in grado di controllare le bobine magnetiche per
produrre e mantenere una varietà di configurazioni del plasma.
    Il sistema è stato anche sperimentato direttamente sul tokamak
dell’Spc per valutare le sue performance nel mondo reale.
    L’algoritmo ha controllato i campi magnetici in modo da creare
non solo forme di plasma convenzionali (allungate), ma anche
quelle che assomigliano a triangoli e quelle a fiocco di neve. È
anche stato capace di mantenere simultaneamente due plasmi
separati in sospensione. Secondo gli autori dello studio, questo
nuovo approccio potrà contribuire a migliorare la progettazione
e la gestione dei futuri reattori a fusione, massimizzandone le
prestazioni. (ANSA).
   

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