mercoledì, 27 Novembre 2024
Gas gratis ai lucani. La proposta per aiutare la regione (da cui proviene l’80% del petrolio italiano)
Una trentina d’anni addietro la stampa nazionale titolava enfaticamente che la Basilicata si fosse conquistata un posto al sole tra i grandi Paesi produttori di gas: tra il serio e il faceto, quel titolo (“La Lucania nell’Opec”) oggi sa tanto di profezia avveratasi tra le cime di quell’Appennino che per secoli, sino alla scoperta di un piemontese doc come Carlo Levi, aveva gelosamente protetto una terra a dir poco sconosciuta, abitanti compresi, dei quali poco si sapeva, così schiacciati tra regioni ben più note come Campania, Puglia e Calabria.
La vicenda della Val D’Agri, il “Texas d’Italia”, con il suo giacimento petrolifero su terraferma più grande d’Italia, dal quale si estrae oltre l’80% dell’intero petrolio nazionale, è ormai ben nota all’opinione pubblica, tra sogni di indipendenza economica e problematiche ambientalistiche connesse, molte delle quali arrivate nelle aule giudiziarie. Lo scorso 15 giugno, intanto, nel capoluogo regionale è stato stipulato l’accordo di compensazione per la concessione Val d’Agri tra la Regione Basilicata e le compagnie energetiche Eni e Shell: proprio il presidente Vito Bardi ha vergato l’importante atto, seguito dal responsabile Upstream Italia di Eni Manfredi Giusto e dal vicepresidente Shell Italia E&P e country chair di Shell Italia Marco Marsili.
Quel giorno il presidente era stato lapidario: «L’accordo vale 1,3 miliardi di euro in dieci anni: abbiamo ridefinito il rapporto con i concessionari della Val d’Agri per una nuova collaborazione tra i lucani e le compagnie energetiche. I risultati ottenuti sono notevoli, immediati e tangibili. Vogliamo avviare un percorso sincero e strutturato per la transizione energetica in Basilicata, e le compagnie energetiche sono partner indispensabili per raggiungere questo obiettivo. Ringrazio Eni e Shell per il dialogo e la collaborazione, e sono sicuro che i lucani avvertiranno i benefici di questo accordo, che ha una visione di lungo raggio e un approccio inedito. L’obiettivo era quello di aiutare la crescita della nostra regione e oggi abbiamo scritto un primo passo in tal senso».
Alle domande di Panorama.it, il presidente della regione Vito Bardi -sino al 2014 vicecomandante generale della Guardia di Finanza- risponde che «finalmente verranno impegnate parte delle compensazioni ambientali concesse dalle compagnie petrolifere che operano in Val D’Agri in favore delle popolazioni locali».
Presidente, il gas lucano torna alla ribalta.
«Con la proroga della concessione per le estrazioni in Val d’Agri, abbiamo 200 milioni di metri cubi all’anno di gas naturale garantiti dai concessionari delle estrazioni di idrocarburi in favore della Regione Basilicata: in Giunta abbiamo avviato il progetto con il quale riconoscere alle famiglie residenti nel territorio regionale e alle Pubbliche amministrazioni le agevolazioni per il consumo di gas».
Una provvidenza di assoluta importanza per la sua gente.
«Con questa misura intendiamo contrastare lo spopolamento della Regione: abbiamo destinato il beneficio direttamente ai Pdr (Punto di rilascio, ovvero i contatori del gas) che sono censiti in capo a cittadini residenti sul territorio della Basilicata e non ad altri. Si tratta di un vero stimolo alle persone che potrebbero essere attratte dalla prospettiva di vivere, anche grazie a recenti e sempre più ampi modi di lavoro a distanza, nei borghi e nei comuni della Basilicata».
Dal pozzo estrattivo alle famiglie, verrebbe da dire.
«Prima i soldi delle compensazioni passavano anche per l’intermediazione della politica, ora arriveranno direttamente ai cittadini e alle famiglie. Stiamo lavorando perché i cittadini non paghino più la bolletta per il gas naturale, con una riduzione della spesa di almeno il 50 per cento. Si tratta, naturalmente, di un processo che deve avere un completamento, però i presupposti sono tali da farmi ritenere che possa essere realizzato da ottobre di quest’anno».
Gas gratis per le famiglie lucane!
«Certo, con delle specificazioni di legge. Naturalmente continueremo a pagare gli oneri di sistema che non sono nella disponibilità della Regione. Cercheremo inoltre di evitare gli abusi, e per l’erogazione del beneficio si farà riferimento alla media dei consumi degli ultimi tre anni. L’accordo è funzionale alla transizione energetica e serve a combattere lo spopolamento. Non possiamo dare il gas alle imprese perché sarebbe un aiuto di Stato, ma alle imprese giungerà il beneficio indiretto di una popolazione interessata a riabitare la regione».
Tecnicismi a parte, il segnale per i suoi corregionali è concreto.
«Certo, ciò che conta è il segnale concreto ai cittadini di quello che si riceve. Vale a dire: trovandosi nel sottosuolo lucano il giacimento petrolifero su terraferma più grande d’Italia, dal quale si estrae oltre l’80% dell’intero petrolio nazionale, ora è finalmente possibile fornire gratuitamente il gas ai residenti in regione. Questo perché proprio la compensazione appena firmata appare un segno tangibile offerto ai lucani che per anni hanno subito disagi e problematiche varie derivanti proprio dall’attività estrattiva, spesso a discapito della salute e dell’ambiente».
C’è il pericolo che l’accordo possa innescare una sorta di corsa all’oro…
«Pericolo reale, sul quale vigileremo. Certo non abbiamo dato il via alla corsa al gas selvaggio: le regole saranno inflessibili, anche perché è in gioco la credibilità politica dell’ente regionale. Questo accordo dovrà tendere al risparmio pubblico di una risorsa che si trova sotto i nostri piedi e che per ciò stesso è nostro dovere politico e civico tutelare al meglio. Interverremo, come Regione, in favore dei cittadini che hanno ricevuto quantitativi di gas a titolo gratuito, attraverso aiuti mirati e contributi per poter sfruttare anche forme di energia alternativa e per stimolare i cittadini al risparmio energetico».
La regione mira al “risparmio” energetico, pare di capire.
«Non potrebbe essere diversamente. Attueremo forme di décalage nel corso degli anni, in modo che a fronte di un ristoro proveniente dal gas gratis in bolletta, ci sarà un’ulteriore forma di aiuto. La nostra programmazione non guarda soltanto al presente: il futuro appartiene a chi ha nelle proprie corde il senso del risparmio e del rispetto per quanto il territorio lucano offre, anche lontano dai nostri occhi».
Un accordo decennale, a leggere le carte.
«Un accordo da 1,3 miliardi di euro in dieci anni, per la precisione. Abbiamo una garanzia spalmata nel tempo, grazie alle compensazioni di cui all’accordo, che ci garantiranno questa singolare gratuità nell’acquisizione del gas, divenuto oltremodo attuale a causa dei recenti sviluppi bellici che, purtroppo, peseranno molto sulla bolletta di noi italiani».
Presidente, lei ha fatto cenno ad effetti a scalare…
«Certo, perché una risorsa di questo genere dovrà necessariamente essere investita anche per dare linfa a nuove iniziative dirette a combattere una delle più grandi piaghe del Mezzogiorno e, segnatamente, della nostra Basilicata. Mi riferisco allo spopolamento, sempre più inarrestabile, che almeno negli ultimi venti anni ha privato l’intero territorio regionale di migliaia di giovani menti e braccia, emigrate altrove con le proprie professionalità e competenze tecniche».
Il gas come incentivo al ritorno, allora?
«Perché no? Il modello dello smart working, tanto ritornato in auge nei mesi della pandemia e del lockdown, potrà essere incentivato proprio grazie a nuovi investimenti favoriti dalle attività estrattive. In questo senso il petrolio lucano deve essere interpretato come possibilità ad ampio spettro di aiuto ai nostri concittadini: non solo per l’uso diretto (riscaldamento, energia), ma anche per fini apparentemente lontani dall’estrazione petrolifera».
In sostanza?
«La nostra normativa, articolata su due commi -già passata in Giunta- prevede che con la proroga della concessione per le estrazioni in Val d’Agri, ammonti a 200 milioni di metri cubi all’anno il quantitativo di gas naturale garantito dai concessionari delle estrazioni di idrocarburi in favore della Regione Basilicata. In giunta abbiamo avviato il progetto con il quale riconoscere alle famiglie residenti nel territorio regionale e alle pubbliche amministrazioni le agevolazioni per il consumo di gas. In settimana la disciplina giungerà in Consiglio regionale per la promulgazione, e per l’autunno prossimo la normativa sarà a regime».
Cifre alla mano?
«L’Italia importa praticamente dall’estero tutto il gas di cui al fabbisogno nazionale: e sul 9% di gas estratto nel territorio nazionale, ben l’80% proviene dalla Basilicata. In cifre, 1/3 della produzione di gas, pari a un miliardo e 700 milioni di euro, proviene dal sottosuolo lucano. Credo sia giusto ripagare, finalmente, i disagi storici che le popolazioni della Val d’Agri subiscono. Soprattutto in un momento storico come questo…».
Presidente, benvenuti nell’Opec!
«Ah, ah. Quel titolo de “Il Manifesto” del 15 dicembre del 1996 in effetti è stato premonitore…».
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Vito Bardi, potentino, classe 1951, vicecomandante generale della Guardia di Finanza tra il 2013 e il 2014, è il presidente della Regione Basilicata dal 16 aprile del 2019 quando, indicato direttamente da Silvio Berlusconi, alla guida di una coalizione di centrodestra, ottenne il 42,2% dei voti. La sua fu una vittoria storica nel panorama regionale, essendo risultato il primo presidente non di centro sinistra in cinquant’anni di storia politica della Basilicata, tra predominio democristiano e, appunto, 24 anni ininterrotti di governo del centro-sinistra.Leggi su panorama.it