giovedì, 13 Febbraio 2025
Ghostbusters: storia (breve) della Ecto-1
L’arrivo in sala di Ghostbusters: Legacy (ho scritto la mia qui, un paio di settimane fa), l’inimitabile suono della sirena della Ecto- e il ritorno sotto i riflettori di uno dei veicoli più iconici della storia del cinema, l’auto degli Acchiappafantasmi… Che in realtà da quei riflettori non si è allontanata se non di un paio di centimetri, negli ultimi anni, visto quanto è amata. E pensare che tutto era nato da un’idea di Dan Aykroyd pressoché impossibile da realizzare e da un veicolo usato principalmente per portare gente moribonda o direttamente già passata a miglior vita. “E chi chiamerai?” Il becchino.
AMBULANZE DAL FUTURO
Milleor-Meteor è solo uno dei tanti nomi utilizzati in passato (in questo caso tra il ’56 e il ’79) da una società americana che ha avuto tante vite diverse e che, per farla breve, realizzava dei veicoli modificati per farne un uso professionale. Il che, appunto, nel caso della Cadillac del ’59 in questione (Cadillac Miller-Meteor Sentinel), voleva dire usarle come ambulanze e carri funebri. Nei primi due film dei Ghostbusters sono stati utilizzati tre esemplari di quell’auto. Il primo è il carro funebre (appunto) nero comprato da Ray. Il secondo è la Ecto-1 del primo film, impiegata anche nel seguito, prima che il suo motore tirasse le cuoia sul ponte di Brooklyn. Il terzo modello è stato quello da cui si è ricavata la Ecto-1a di Ghostbusters II.
E se il carro funebre nero era stato in un primo momento solo noleggiato dalla produzione (venne acquistato in seguito per trasformarlo in una Ecto-1 per i tour promozionali), della customizzazione delle altre due auto, le due Ecto-1, si è occupato Steven Dane. Dane aveva fatto da spalla, poco prima, a Ridley Scott per sfornare oggetti di scena di ogni tipo per Blade Runner, e Reitman gli ha dato meno di un mese per creare, sulla base di una serie di indicazioni, gli Zaini Protonici e tutto il resto dell’attrezzatura da Ghostbusters, compresa la Ecto-1.
Solo che nessuno la chiamava ancora così. E nessuno lo fa neanche nel film.
VIAGGI INTERDIMENSIONALI
L’auto che Ray Stantz sostiene di aver pagato 4.800 dollari, nonostante sia tutta scassata e perda letteralmente pezzi, diventa uno degli elementi più caratterizzanti di tutta la saga. Ma non si chiama ancora Ecto-1. Nelle prime versioni del copione di Dan Aykroyd, l’auto degli Acchiappafantasmi è in grado di compiere dei viaggi attraverso le dimensioni e non è bianca, ma nera e con delle luci bianche e viola. La prima idea viene però accantonata, perché poco praticabile, e la carrozzeria diventa bianca, perché altrimenti girare le scene in notturna sarebbe stato un casino. In tutto questo, se i primi script indicano il veicolo come “Ectomobile” (come fa anche la novelization del film), nella pellicola il suo nome non viene mai menzionato. Nessuno la chiama né Ectomobile, né tanto meno Ecto-1, nonostante sia quello che c’è scritto sulla targa. Solo in uno dei brani della colonna sonora, “Cleaning Up The Town”, viene usato il primo nome (“So they revved up the Ectomobile”).
È solo con la successiva serie animata The Real Ghostbusters che si inizia a usare e diventa popolare il nome Ecto-1, coccolata dai membri del team in versione animata come una di famiglia.
ECTO-QUALSIASI
La Ecto-1 cambia più volte pelle nelle varie incarnazioni della saga. In Ghostbusters II ne vediamo un’update, si diceva: la Ecto-1a, con schermi luminosi, nuovi elementi sul tetto, le strisce gialle e nere sulle fiancate e tanto altro, compreso ovviamente il nuovo logo della ditta dei professionisti “pronti a credere in voi”. Ma non è l’unica variante. Si va dalla Ecto-Ichi a sei ruote utilizzata dagli Acchiappafantasmi in Giappone per affrontare di fatto Godzilla, nella loro prima serie animata, alla Extreme Ecto-1 del cartoon Extreme Ghostbusters, con tanto di unità di contenimento per i fantasmi al suo interno. Dalla Ecto-1 trasformabile Ectotron, apparsa nel fumetto con l’incontro tra Ghostbusters e Transformers e poi convertita in giocattolo, alla Cadillac Fleetwood Station Wagon del 1980 utilizzata per il film reboot del 2016. Sì, lì avevano sbagliato pure l’auto.
Ma in tutto questo, in un moltiplicarsi Ecto-veicoli tra cartoni, film e videogame dei Ghostbusters, il mondo ha voltato a lungo le spalle alle auto originali.
ECTO-PENSIONE
La prima Ecto-1, la Cadillac del ’59 del primo film, al termine delle riprese era stata abbandonata e lasciata a marcire per anni. Solo nel 2007 Sony Pictures ha deciso di restaurare sia quel veicolo, sia quello utilizzato per il seguito, Ghostbusters II. È una storia al momento con mezzo lieto fine, perché la Ecto-1 è stata all’epoca rimessa a nuovo, ma la Ecto-1a di Ghostbusters II ancora no, e nel frattempo ha ovviamente continuato a deteriorarsi. Soprattutto durante il periodo in cui era esposta agli Universal Studios in Florida, i fan ne staccavano in continuazione dei pezzi da portare via come ricordo, e in una manovra in un parcheggio il suo cofano è diventato una fisarmonica (foto sopra. Sì, si stringe il cuore). Ragion per cui i fan hanno lanciato nel tempo varie petizioni per restaurare (e nel caso anche acquistare con una colletta) pure quel veicolo.
Quanto a Ghostbusters: Legacy, si è tornati al modello del ’59 del primo Ghostbusters, la Ecto-1 classica, ma senza impiegare l’auto originale. Sony ha preferito acquistare un’altra auto di quel tipo e convertirla nella Ecto-1. Con un motore più potente, che in tutte quelle corse e sgommate nei campi volute da Reitman-figlio, poteva venire in effetti comodo. Basta stare attenti a Rovazzi, no?