lunedì, 24 Febbraio 2025
Gimbe, nel 2023 spesa sanità pubblica italiana sotto media Ocse
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“I tagli al Servizio sanitario nazionale e il sottofinanziamento cronico hanno drasticamente ridotto gli investimenti sul personale sanitario, sia dipendente che convenzionato. Il blocco delle assunzioni, i mancati rinnovi contrattuali e il numero insufficiente di borse di studio per specialisti e medici di famiglia hanno aggravato una crisi che si trascina da anni”. Lo ha dichiarato il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, oggi a Bari durante il suo intervento al convegno ‘Investire nei professionisti sanitari per garantire la salute della persona’. Dai dati illustrati nell’incontro è emerso che la spesa sanitaria pubblica italiana nel 2023 era al 6,2% del pil, ben al di sotto della media Ocse del 6,9%.
Nel 2023 l’Italia ha speso 176 miliardi per la Sanità, con un 23% di spesa privata, ben al di sopra del 15% indicato dall’Oms come soglia oltre la quale viene compromessa l’accessibilità ai servizi sanitari.
“L’assenza di una programmazione adeguata ha alimentato la carenza di professionisti sanitari, mentre – ha aggiunto Cartabellotta – la pandemia ha slatentizzato una crisi motivazionale già in atto. Sempre più giovani disertano l’iscrizione a corsi di laurea come scienze infermieristiche e a specializzazioni mediche meno attrattive, come emergenza-urgenza, e molti medici e infermieri abbandonano il servizio sanitario nazionale per il privato o per l’estero”.
“Le conseguenze di questa emorragia di personale sono sotto gli occhi di tutti: liste d’attesa interminabili, pronto soccorso al collasso, cittadini senza medico di medicina generale. È urgente – ha concluso – rilanciare le politiche sul capitale umano, rendendo nuovamente attrattiva la carriera nella sanità pubblica, migliorando le condizioni di lavoro e riformando i percorsi formativi. Senza un intervento deciso, il servizio sanitario non sarà in grado di garantire universalmente il diritto alla tutela della salute”.
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