Giornata mondiale contro il cancro: i numeri della pandemia silenziosa

Sono i malati oncologici le vittime indirette più numerose della pandemia di Covid. Nella Giornata mondiale contro il cancro i numeri degli effetti della pandemia su diagnosi e cura dei tumori fanno tremare le gambe. A causa dell’emergenza coronavirus e del conseguente peso del Covid sul sistema sanitario nazionale sono, infatti, crollate le diagnosi precoci di tumore, ma non sono diminuiti i pazienti col cancro. Il rischio, secondo l’allarme lanciato dagli oncologi, è che tra 5 anni aumenteranno del 10% i morti per cancro.

Cancro, i numeri di morti e diagnosi in Italia

Ogni anno in Italia vengono diagnosticati circa 380 mila nuovi casi di tumore e 180 mila persone muoiono di cancro. Quattro milioni di italiani ogni giorno combattono con la malattia e oltre 800 mila le donne sono alle prese con il tumore al seno.

Eppure nel 2020, in Italia, le nuove diagnosi di neoplasia si sono ridotte dell’11% rispetto al 2019, i nuovi trattamenti farmacologici del 13%, gli interventi chirurgici del 18%. Ventiquattro mesi di pandemia hanno ostacolato uno degli strumenti più efficaci di lotta contro al cancro, ovvero la diagnosi precoce. Non solo. Riportando l’allarme lanciato dall’Associazione italiana di Oncologia Medica gli screening per il tumore della mammella, della cervice uterina e del colon retto hanno registrato una riduzione di due milioni e mezzo di esami nel 2020 rispetto al 2019. L’associazione ha anche stimato le diagnosi mancate. Si tratta di oltre 3.300 per il tumore del seno, circa 13.00 per il colon-retto (e 7474 adenomi in meno) e 2782 lesioni precancerose della cervice uterina.

Le conseguenze della mancata diagnosi precoce

Saverio Cinieri, presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica ha ribadito che “Le neoplasie non rilevate nel 2020 stanno venendo alla luce ora, ma in stadi più avanzati e con prognosi peggiori rispetto al periodo precedente la pandemia. Inoltre, queste patologie presentano anche un carico tumorale maggiore, cioè metastasi diffuse, con quadri clinici che non vedevamo da tempo”.

Eppure il nostro Paese vantava fino a 24 mesi fa un alto livello dell’assistenza oncologica. A confermarlo c’erano le percentuali di sopravvivenza a 5 anni, che raggiungevano il 65% nelle donne e il 59% negli uomini. Nel periodo compreso tra il 2015 e il 2021 si era anche osservato un calo complessivo della mortalità per cancro del 10% negli uomini e dell’8% nelle donne.

Serve un Recovery fund per la Sanità

Se però non verrà fatto un investimento politico ed economico pensato e progettato sul medio e lungo termine la battaglia contro al cancro subirà un arresto gravissimo che avrà conseguenze consistenti per il futuro dei malati oncologici.

La legge di Bilancio ha stanziato un miliardo di euro per recuperare gli interventi, gli screening e le visite rinviate a causa della pressione del Covid sugli ospedali, ma, secondo medici e addetti ai lavori tale fondo è insufficiente. Serve piuttosto un vero Recovery fund destinato solo e soltanto a rimettere in piedi la Sanità italiana; un progetto ampio e stutturato che preveda investimenti in strutture, medici, farmaci, caregiving e terapie di affiancamento.

Il cancro resta la malattia del secolo e due anni di pandemia rischiano di rallentare e vanificare gli sforzi di mezzo secolo di lotta e ricerca.

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