Glee: su quali scandali si concentrerà la docuserie prodotta da Discovery+?

Discovery+ ha recentemente ordinato una docuserie in tre parti, totalmente incentra sulla popolare serie televisiva Glee. Ideata da Ryan Murphy e andata in onda per sei stagioni dal 2009 al 2015, essa rappresentò un punto di svolta per il genere teen drama riuscendo a mixarlo, come mai nessuno aveva osato fare fino a quel momento, con altri generi come musical e dark humor. Il risultato sono state sei stagioni che, seppur con molti alti e bassi narrativi, hanno saputo appassionare il pubblico di tutto il mondo facendo diventare la serie un vero e proprio cult di un’intera generazione. Lo show si caratterizza, infatti, non solo per i classici intrecci propri di un teen drama (triangoli amorosi e rapporti amicali) ma anche per le moltissime hit musical, per lo più cover, ancora oggi molto ascoltate. È possibile citare, ad esempio, l’indimenticabile cover Don’t Stop Believin’ dei Journey divenuta un po’ il manifesto stesso della serie, e svariati brani dei più importanti artisti mondiali come Lady Gaga.

La trama di Glee è incentrata su un gruppo di “sfigati” (losers), i quali cercano di trovare il loro posto a scuola e nel mondo, si è però fin da subito distinta per gli importanti messaggi lanciati; dalla lotta all’esclusione sociale fino ad arrivare all’omofobia repressa, Glee è riuscita meglio di altri show ad insegnare qualcosa alle generazioni giovanili passate, presenti e forse anche future. Sono molti, infatti, i fan ad aver dichiarato quanto la serie li abbia aiutati nel loro personale percorso di crescita.

Lo show ha lanciato inoltre le carriere di molti attori, come ad esempio Darren Criss (American Crime Story) e Jonathan Groff (Mindhunter, Hamilton).  Il set della serie nel corso degli anni si è però caratterizzato da molti eventi tragici, litigi e numerose polemiche; la docuserie ordinata da Discovery+ si propone proprio di raccontare il tumultuoso dietro le quinte dello show, attraverso numerosi materiali inediti e interviste a molti membri del cast. Di seguito vi proponiamo delle tematiche probabilmente affrontate nella docuserie.

I’ll stand by you: la premature morte Cory Monteith

Nella pausa tra la quarta e la quinta stagione di Glee, un evento sconvolse l’intera troupe e i fan della serie: la tragica morte (a soli 31 anni) dell’attore protagonista Cory Monteith, interprete di Finn Hudson. Quest’ultimo il 13 luglio 2014 fu trovato morto in una stanza d’hotel a Vancouver, a causa di una potente overdose di alcol e droga. L’attore canadese già nell’aprile dello stesso anno era entrato in un centro di riabilitazione, limitando il suo lavoro per molti episodi della stagione quattro. 

Nel 2011 Cory Monteith e la sua co-star Lea Michele ufficializzarono il loro fidanzamento, proprio quest’ultima fu tra le più devastate dalla sua prematura scomparsa. Da quel tragico giorno i fan si sono stretti intorno al dolore dei colleghi, inoltre, l’intera troupe sarebbe tornata sul set della quinta stagione proprio nelle settimane appena successive alla sua morte. Ryan Murphy e la stessa FOX, emittente televisiva dove andava in onda la serie, si sono interrogati per svariati giorni su come proseguire lo show dopo questa tragedia.

L’ideatore della serie decise di lasciare l’ultima parola alla persona del cast più legata a Cory: Lea Michele, la quale decise di continuare lo show perché quella sarebbe stata la volontà dell’attore. E fu così che Glee andò avanti per altre due stagioni! Gli sceneggiatori decisero di far morire Finn senza specificarne mai la causa, ma omaggiando lo stesso personaggio e il suo interprete nel terzo episodio della quinta stagione (The Quarterback). L’omaggio non si limitò a quell’unico episodio, la sua memoria rimase infatti viva nello show fino alla sua conclusione. 

No Surrender: lo scandalo Mark Salling

Qualche mese dopo la fine di Glee, Mark Salling (interprete di Puck) venne arrestato con l’accusa di possedere materiale pedopornografico; nel suo computer vennero, infatti, trovate più di 50.000 foto e video di minori. Inizialmente condannato a 20 anni di reclusione, l’attore decise di confessare e patteggiare di fatto la pena, dichiarando: “Sono colpevole delle accuse, e spero di poter mettere a frutto le possibilità datemi in questo accordo, non per altre ragioni”. 

Nell’accordo raggiunto con l’accusa, oltre la libertà vigilata, Salling si impegnava a risarcire economicamente le vittime e a frequentare un programma di riabilitazione. I fan della serie si sono fin da subito schierati contro di lui, dichiarandosi addolorati per il male subito dalle vittime. Sembrava tutto finito e invece il 30 gennaio 2018 il corpo di Mark Salling venne ritrovato impiccato a Los Angeles River, probabilmente l’attore non riuscì a reggere la pressione e soprattutto i sensi di colpa di quanto fatto, la depressione che lo aveva colpito finì per ucciderlo. 

Una fonte vicino al ragazzo dichiarò “Era molto solo e depresso. Sarebbe finito presto in prigione e tutti coloro che facevano parte della sua vita lo avevano tagliato fuori”.

If i die young: la tragica scomparsa di Naya Rivera

A distanza di cinque anni dalla conclusione della serie, un’altra perdita arrivò a sconvolgere il cast e il fandom di Glee: quella di Naya Rivera. L’interprete di Santana Lopez venne dichiarata scomparsa l’8 luglio 2020, a seguito del ritrovamento di suo figlio Josey nello scafo noleggiato dalla stessa attrice per visitare il lago Piru (California).

Secondo la testimonianza del piccolo, la Rivera non sarebbe più tornata sulla barca dopo averlo messo al sicuro (con un giubbotto di salvataggio) dalle forti onde. Fin da subito molti attori del cast, su tutti Heather Morris (interprete nella serie di Brittany, fidanzata di Santana), hanno lanciato moltissimi appelli per aiutare le autorità nelle ricerche. Il corpo senza vita dell’attrice fu però purtroppo ritrovato il 13 luglio 2020, lo stesso giorno della morte di Cory Monteith; l’autopsia confermò il racconto del piccolo Josey dichiarando la donna morta per annegamento. La notizia della sua morte fece il giro di tutto il mondo, con moltissimi messaggi di cordoglio e omaggi da parte di fan, troupe e cast.

Proprio alcuni colleghi del set di Glee si incontrarono al lago Piru, tenendosi per mano e omaggiando l’attrice con cui hanno condiviso sei anni di lavoro. L’incontro venne immortalato con uno scatto che commosse il web.

Don’t Rain On My Parade: Lea Michelle vs tutti (o quasi)

L’estate 2020 fu rovente per il fandom di Glee, e non solo per le alte temperature, durante la protesta del Black Lives Matter tutti gli attori di Hollywood si sono mobilitati con messaggi di supporto alla causa, tra questi molti dei protagonisti di Glee; il tweet di Lea Michele scatenò però, una bufera mediatica intorno all’attrice. Samantha Marie Ware, presente nell’ultima stagione della serie nel ruolo di Jane Hayward, condivise il post della sua co-star scrivendo “Ricordi quando hai reso la mia prima esperienza televisiva un inferno sulla terra? Perché io non lo dimenticherò. Credo che tu abbia detto a tutti quanti che, se ne avessi avuto l’opportunità, avresti cag**o nella mia parrucca”.

La Ware aprì il cosiddetto vaso di pandora sugli atteggiamenti da bulla che Lea Michele avrebbe avuto sul set della serie, la prima persona a farlo fu però proprio Naya Rivera nel 2016; nel suo libro autobiografico, Sorry not sorry: Dreams, Mistakes & Growing Up, la Rivera denunciò gli atteggiamenti “da diva” tenuti dalla sua collega. La questione non venne però approfondita fino al 2020 quando, dopo la denuncia di Samantha Marie Ware, molti altri membri del cast si esposero contro l’attrice. Le più dure furono Heather Morris e Amber Riley, entrambe presenti in tutte le stagioni dello show.

Lea Michele in quel periodo era in attesa del suo primo figlio, decise comunque di scusarsi apertamente con i suoi ex colleghi: “Non ricordo di aver mai detto quella frase specifica e non ho mai giudicato nessuno dal proprio background o dal colore della pelle, ma questo non è il punto, ciò che importante è che mi sono comportata evidentemente in un modo che ha ferito altre persone. Non so se sia stato il privilegio della mia posizione o la prospettiva che mi ha fatta passare per insensibile e inappropriata alcune volte o la mia immaturità o il mio essere inutilmente difficile, mi scuso per il mio comportamento e per la sofferenza che ho causato”.

Nonostante tali scuse, l’attrice venne insultata da gran parte del fandom e per proteggere la sua gravidanza, particolarmente a rischio, decise di chiudere i suoi profili social. Lea Michele è tornata a lavorare proprio in queste ultime settimane, più precisamente a Broadway come protagonista nel revival del musical “Funny Girl”. Sarà davvero maturata e cresciuta?

Queste sono solo alcune delle tematiche probabilmente affrontate nella docuserie incentrata sul set di Glee, non si conosce ancora una data ufficiale ma essa verrà probabilmente distribuita da Discovery+ nel 2023.

L’articolo Glee: su quali scandali si concentrerà la docuserie prodotta da Discovery+? proviene da ScreenWEEK.it Blog.

Leggi su ScreenWEEK.it