Gli 80 anni di Jacqueline Bisset, icona di stile ed erotismo

Chi può dimenticare la bellissima e
fragilissima Julie Baker alias Pamela di “Effetto Notte” o
l’elegante e svagata Anna Carla Dosio de “La donna della
domenica”? Grazie a due film europei amati in tutto il mondo
come i loro registi, François Truffaut e Luigi Comencini, la
protagonista di entrambi divenne un’icona del miglior cinema
d’autore. Ma chi negli anni ’70 aveva passioni meno cinefile
ricorderà Jacqueline Bisset per le scene subacquee di “Abissi”
(diretto nel 1977 da Peter Yates), un film che fece ricco il suo
produttore per la moda della “maglietta bagnata” della
protagonista e fece invece infuriare l’attrice che si vedeva
ridotta a pin-up girl in stile “Playboy”. Sta di fatto che
quell’anno venne definita “la donna più bella del mondo” e che
l’affascinante inglesina, nata il 13 settembre di 80 anni fa a
Weybridge nel Surrey, resta anche oggi in bilico tra
l’incarnazione della bellezza assoluta e il fascino dell’attrice
capace di plasmare un’epoca.
    La raffinata signora che ancora adesso si regala apparizioni
tra cinema e televisione è un modello di stile, sobrietà e
discrezione che la tiene da sempre distante dal stereotipo della
star, nonostante le oltre 300 copertine sui più famosi periodici
del mondo, la Legion d’onore ricevuta nel 2010, i film
indimenticabili che ne hanno scandito la carriera.
    È Roman Polanski a darle il primo ruolo riconosciuto, un anno
dopo, in “Cul de sac”. Grazie ai servizi di moda Jacqueline si
fa notare ed entra così nel cast del “pastiche” di Val Guest e
John Huston “007 Casinò Royale” e nella romantic comedy “Due per
la strada”. È il 1967 e per Jackie Bisset si aprono le porte di
Hollywood grazie al contratto con la 20th Century Fox. Un colpo
di fortuna (la rinuncia di Mia Farrow) le offre il primo ruolo
da protagonista accanto a Frank Sinatra in “Inchiesta
pericolosa” (1968), ma è a fianco di Steve McQueen in “Bullit”
diretta da Peter Yates che diventa una stella riconosciuta.
    L’enorme successo del successivo “Airport” del 1970 completa la
sua affermazione oltre oceano.
    È in Europa che avrà la consacrazione grazie a “Effetto
Notte” di Truffaut che poi vincerà l’Oscar per il miglior film
straniero nel 1974 e ancora tre nomination l’anno dopo.
    Confortata dal successo nella sua seconda patria, la Francia,
grazie al duetto con Jean-Paul Belmondo in “Le magnifique” di
Philippe De Broca e da quello mondiale di “Assassinio
sull’Orient Express” di Sidney Lumet, l’attrice resta in Europa
e in Italia diventa regina grazie a “La donna della domenica” a
fianco di Marcello Mastroianni.
   

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