Gravina, obiettivo dal 2024 due B e fascia intermedia

(ANSA) – CATANZARO, 27 SET – “Tutti pensano che la riforma
del calcio passa attraverso la riforma dei campionati. Certo è
fondamentale, ma se la riduciamo ad una semplice operazione
matematica serve un ragioniere. Non è la mia riforma. La mia
riforma è culturale. La cultura nel mondo del calcio credo che
sia uno degli elementi più complessi da costruire e su quello
sto investendo energie”. Lo ha detto il presidente della
Federcalcio Gabriele Gravina.
    “La rivoluzione culturale – ha aggiunto – comprende tutto, la
modalità di investimento, la valorizzazione di due asset
fondamentali quali infrastrutture e settori giovanili. Mi
riferisco anche al controllo e alle modalità di gestione
aziendalistiche, tenere i costi sotto controllo e cercare di
aumentare i ricavi, cercare di vendere meglio il nostro brand”.
    “L’idea di fondo legata alla riforma – ha detto Gravina – è
legata ad una esigenza: il nostro calcio è surriscaldato cioè si
spende troppo perché il divario a livello di mutualità è
altissimo. C’é un rapporto di 1 a 20 tra la serie A e B, di 1 a
10 tra C e B e infinito tra C e dilettanti perché non c’è
mutualità. Il rischio è retrocedere perché se retrocedi tu
fallisci. La storia dice che su 4 società che vanno dalla B alla
C tre, in uno o due anni, falliscono. La mia preoccupazione è
raffreddare il sistema con delle fasce intermedie e poi
arrivare, dal ’24-’25 a quella che sarà la fusione tra quella
che noi costituiremo, mi auguro con l’approvazione del Consiglio
federale, che prevede una C elite ed una D elite con una fusione
tra la C elite e la B per arrivare nel ’24-’25 ad una A, due B,
poi la D elite che si fonda con la serie C con un
semiprofessionismo abbastanza allargato e poi il mondo del
dilettantismo che sarà vero, non professionismo di fatto. Il
vantaggio sarà che la federazione metterà a disposizione delle
risorse ma chiederemo un intervento governativo. Serve la
modifica della 91 sul semiprofessionismo ma servono una serie di
interventi e ne cito uno, l’apprendistato che è un diritto del
mondo del calcio che rivendichiamo”. (ANSA).
   

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