Green Pass e trasporto pubblico locale, tra proposte irrealizzabili e caos assicurato

Dall’inizio dell’estate l’Italia è un paese diviso in due parti, diviso dal Green Pass. Il vero problema è che, purtroppo, quello che sul tema è sempre mancato è la chiarezza. Come dimostra l’ultimo intervento su quella che è la questione principale ora che l’estate sta finendo ed il paese si prepara al ritorno a scuola ed al lavoro.

Ritorni che implicano un affollamento classico, storico, naturale dei mezzi pubblici. Ma è qui che al momento la situazione è ancora caotica.

Il Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini ieri sul tema è stato molto chiaro. «Per treni, aerei e navi a lunga percorrenza sarà obbligatorio il Green Pass dal 1 settembre. Si ripristina la figura di controllore sui mezzi o a terra per ridurre l’affollamento sui mezzi pubblici». Mezzi pubblici che, traduciamo dal politichese, si intendono quelli locali, i più affollati, soprattutto i più utilizzati-

Chi vi scrive è uno delle centinaia di migliaia di pendolari obbligati a prendere i famosi treni tra le 7 e le 9 del mattino e tra le 19 e le 20 la sera, quelli dove si viaggia pressati come delle sardine in un barattolo di vetro partendo da stazioni dove non esiste un’unica via d’accesso ma diverse strade e stradine che ti portano sulla banchina e, quando arriva il treno, c’è l’assalto a Fort Apache.

Ecco, con quelle scene quotidiane negli occhi a sentire la parola «controllore» un brivido ha percorso la schiena. Noi, popolo degli hinterland sappiamo benissimo come stiano davvero le cose: controllare tutto, tutti, è semplicemente impossibile. E a nulla bastano i 600 milioni di euro messi a disposizione dal Governo per il secondo semestre. Controllare tutti i tram o i bus, tutte le fermate, tutti i passeggeri a terra e a bordo è utopia. Giovannini nei suoi sogni vorrebbe pure che il controllo si estendesse a bordo dei mezzi per pizzicare chiunque abbassi la mascherina. Utopia multipla. E, per cortesia, evitiamo di chiamare in causa i conducenti per questo compito ingrato, persone che su alcune linee devono pensare a portare a casa la pelle sana e salva.

Giovannini è pronto ad attaccare le Regioni cui spetta alla fine il compito di gestire all’atto pratico i trasporti locali. Intanto i giorni passano ed alla prima campanella mancano solo 19 giorni. Altro fattore che rende impossibile trovare una soluzione pratica ed efficace.

Sono due anni che ci troviamo a questo punto e se finora non si sia trovata una soluzione è perché forse, non c’è. Si procederà quindi un po’ a caso, con regioni in ordine sparso e regole diverse da un posto all’altro.

Il caos sul Green Pass è quindi completo e totale. Da chi non li rispetta a chi punisce chi il passaporto ce l’ha e lo fa mangiare per punizione all’interno, mandando i clienti senza vaccino o tampone su splendidi tavoli a due passi dal mare.

Siamo un paese diviso sul Green Pass e purtroppo la colpa è del caos che fin dal principio è stata creata sulla cosa. Caos che ritroveremo su treni locali, tram e bus da settimana prossima. Controllore o non controllore.

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