mercoledì, 12 Febbraio 2025
Guardiola vicino alla resa, ‘non sono abbastanza bravo’
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Un’altra sconfitta, maturata nei minuti di recupero, che avvicina il Manchester City all’uscita anticipata dall’Europa che conta, aggravando un bilancio stagionale già ampiamente negativo. Dopo aver abdicato anzitempo in Premier League, il City è ormai ad un passo anche dall’eliminazione dalla Champions League: a Madrid solo un’impresa potrà salvare gli uomini di Pep Guardiola, che – al termine della sfida contro il Real Madrid – si è autoaccusato: “Non sono abbastanza bravo”.
Con riferimento alle difficoltà (all’apparenza) incurabili che sta attraversando la sua squadra ormai dallo scorso autunno, l’inizio di una crisi profonda quanto inattesa. “È successo spesso in questa stagione – l’ammissione di Guardiola -.
Decisioni sbagliate, tutto qui. Bisogna saperlo accettare. Non riguarda me e te, o solo la squadra, riguarda tutti. Non siamo abbastanza solidi ed equilibrati. Sono qui da molti anni, e siamo stati una squadra straordinaria, una macchina ogni tre giorni. Quest’anno, accetto quando l’avversario è migliore, ma al momento non sono abbastanza bravo da dare equilibrio alla squadra, per gestire queste situazioni”.
Tra novembre e dicembre i Citizens hanno perso sei gare su nove uscite, infilando una striscia da incubo di quattro sconfitte consecutive. Una sbandata che ha avuto come prima conseguenza la rinuncia a correre per il quinto titolo nazionale consecutivo, un record senza precedenti a cui il club di Manchester teneva particolarmente. Settimana prossima solo una vittoria, con due gol di scarto, potrà garantire a Haaland e compagni i quarti di finale. È dagli albori dell’era Guardiola (stagione 2016/17) che il City non esce così presto: da lì in poi, sette stagioni da protagonista europea.
Non quest’anno: accesso ai playoff per gli ottavi acciuffato solo all’ultima giornata, vincendo in rimonta contro il Bruges, quindi il tonfo casalingo contro le merengues di Carlo Ancelotti. “Sta succedendo spesso in questa stagione. Conosciamo tutti la qualità del Real Madrid: abbiamo preso la partita nel secondo tempo, quando abbiamo attaccato in maniera troppo concitata. La responsabilità appartiene a tutti noi, non solo ai giocatori. Per me, sarebbe facile dare la colpa a un giocatore specifico, ma è ridicolo e non funziona. Manchiamo di stabilità e la colpa non può che essere di tutti”.
In attesa della sentenza del Bernabeu, difficile oggi immaginare che quella attuale non sia destinata a passare agli annali come una stagione no. Sfortunata, sbagliata, nonostante le munifiche correzioni arrivate nel mercato di gennaio, durante il quale il City ha speso oltre 160 milioni. Ma è altrettanto impossibile dimenticarsi che sul futuro immediato dello sceicco di Abu Dhabi pende, come una spada di Damocle, l’imminente sentenza della Premier per le centinaia di accuse di frode sportiva e illecito gestionale. La possibile retrocessione d’ufficio, in caso di condanna, è più di un ronzio nella mente dei calciatori di Guardiola.
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