lunedì, 25 Novembre 2024
Gufi smentiti: l’economia va meglio, niente recessione
Niente recessione in Europa. I dati pubblicati oggi dalla Commissione europea parlano chiaro e sono contrari alle previsioni negative dei mesi scorsi. La situazione della zona euro sta migliorando, lo scenario sul fronte crescita è rassicurante. «L’economia europea ha fatto meglio delle previsioni, nonostante lo shock provocato dalla guerra russa in Ucraina. Abbiamo iniziato il 2023 in modo migliore rispetto alle attese», ha spiegato il commissario agli affari economici Paolo Gentiloni.
Nel 2023 la crescita attesa nella zona euro è dello 0,9%, abbastanza lontana da quel +0,3% previstolo scorso autunno. L’inflazione si prevede scenda al 5,6% nel 2023 per l’Eurozona (al 6,4 nell’Ue) eal 2,5% nel 2024 (e 2,8% nell’Ue). Guardando all’Italia le Previsioni Economiche Inverno 2023 stimano una crescita del Pil dello 0,8% quest’anno (+ 1% nel 2024). A novembre si parlava di un+0,3% per il 2023 e un +1,1% nel 2024. E per quanto riguarda l’inflazione nel nostro Paese si stima un 6,1%, quest’anno per andare poi al 2,6% nel 2024.
I dati di oggi (come avviene per le previsioni d’estate) sono previsioni “light”, perché riguardano solo il Pil e l’inflazione, senza tener conto di deficit e debito (che invece rientrano nelle previsioni in primavera e autunno). Ma siamo sicuramente davanti a un quadro rassicurante, che allontana la contrazione temuta e prevista nel primo trimestre dell’anno. Il fatto di averla evitata anche nell’ultimo trimestre del 2022 porta a dire che la recessione si allontana e non è all’orizzonte. Le ragioni? Sicuramente il calo del prezzo del gas. Non solo l’Europa ha superato l’inverno senza blackout energetici (complice la corsa allo stoccaggio dell’anno scorso), ma il prezzo del gas è sceso a livelli inferiori a quelli del periodo pre guerra in Ucraina. È poi risalita la fiducia, nella capacità della zona euro di reagire. Nel 2022 l’Ue è crescita più di Stati Uniti e Cina. Resta sul tavolo (già martedì 14 nella riunione dell’Ecofin) la questione “competitività” con le economie americane e cinese.
Le previsioni di oggi di Bruxelles ci ribadiscono che l’aumento dell’inflazione nella zona euro è stato alimentato dall’aumento dei prezzi dell’energia. È un’inflazione importata. Il picco è stato raggiunto nell’ultimo trimestre del 2022 (in media 8,7%). Ora i prezzi delle materie primeenergetiche sono calati e la Commissione ne prevede una stabilizzazione, con l’inflazione coredestinata a salire nel 2023 per poi tornare indietro gradualmente fino al 2024. Resta una domanda. Alla luce di queste previsioni la Banca centrale europea cosa farà a marzo? Confermerà il già annunciato rialzo dei tassi, continuando ugualmente sulla strada della politicamonetaria per raggiungere l’obiettivo dell’inflazione al 2%?