Haka ‘politica’ All Blacks a Torino, in Nuova Zelanda è polemica

La Haka come strumento di
rivendicazione e lotta politica. Sta suscitando notevoli
polemiche in Nuova Zelanda, come riferisce la stampa locale, la
danza maori eseguita dagli All Blacks prima della partita di
sabato scorso a Torino contro l’Italia per via del messaggio
lanciato da colui che ha dato il via, quel TJ Perenara che era
all’ultima sua partita con la nazionale neozelandese. Il suo,
nella haka eseguita prima di sfidare gli azzurri, era infatti un
messaggio di sostegno alle proteste per il Trattato di Waitangi
hīkoi. Come sottolinea il ‘NZ Herald’, “Toitū te mana o te
whenua, toitū te mana motuhake, toitū te tiriti o Waitangi” si
traduce come “la sovranità della terra rimane, la sovranità del
popolo rimane, il Trattato di Waitangi rimane”.
    L’haka di Torino è arrivata dopo che martedì scorso 42mila
persone hanno marciato per opporsi al progetto di legge sui
principi del Trattato. È stata una delle più massicce proteste
della storia della Nuova Zelanda, la più grande in difesa del
popolo Maori. La hīkoi (marcia) verso la quale Perenara ha
voluto esprimere il proprio sostengo, cominciata a Capo Reinga,
nel nord del paese, dopo mille chilometri e nove giorni è
approdata davanti al Parlamento della capitale Wellington.
    Obiettivo di questa storica “hīkoi mō te Tīriti” (marcia per
i diritti) è la cancellazione della controversa proposta di
legge che vorrebbe estendere a tutti i neozelandesi il Trattato
di Waitangi, stipulato nel 1840 tra la Corona britannica e i
capi di circa cinquecento tribù maori.
    Quanto a Perenara, già all’inizio dell’anno aveva espresso il
proprio sostegno alle Hurricanes Poua, club femminile che aveva
usato la haka per criticare il governo. Sabato scorso, invece,
parlando a Sky Sports dopo la partita contro l’Italia, Perenara
aveva sottolineato che l’hīkoi “ha mostrato l’unità di Aotearoa.
    Per noi, poter riconoscere l’unificazione del nostro popolo, di
tutto il nostro popolo, non solo dei tangata whenua, ma dei
tangata katoa di Aotearoa, è qualcosa di importante per noi e
per me”.
    Il capo allenatore degli All Blacks, Scott Robertson, da parte
sua ha fatto sapere che Perenara aveva discusso con lui, prima
della partita, dei concetti che sarebbero stati espressi
utilizzando l’haka. “TJ ha ottenuto il diritto di chiamare
l’haka – le sue parole -, c’è una parte, all’inizio, che viene
chiamata con le sue parole. Ha deciso di dirlo, ed era un suo
diritto”. Robertson ha aggiunto che Perenara ne aveva discusso
con la dirigenza della federazione neozelandese: “ha spiegato
che è un segno di unità. Tutti sono d’accordo, e lui ha avuto la
possibilità di chiamare l’haka”.
    La co-leader del partito dei Maori, ‘Te Pāti Māori’, Debbie
Ngarewa-Packer, ha dichiarato che si è trattato di “un messaggio
molto importante per la Nuova Zelanda in questo momento.
    Proteggere Te Tiriti significa proteggere tutti i neozelandesi”.
    Invece secondo il leader dell’ACT Party David Seymour,
l’architetto della legge sui principi del trattato, “sSpero che
Perenara legga la legge sui principi del trattato. Dice che
tutti abbiamo ‘nga tikanga katoa rite tahi’ – gli stessi diritti
e doveri. E tutti abbiamo ‘tino rangatiratanga’, il diritto
all’autodeterminazione, non solo i Māori”.
   

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