Harvest, la rivoluzione agricola inglese in Polaroid

Torna in concorso a Venezia dopo
molti anni la regista greca Athina Rachel Tsangari con Harvest,
il suo quarto lavoro tratto da un romanzo omonimo di Jim Kreis.
    Nel corso di sette strani giorni ci ritroviamo in un villaggio
senza nome in Inghilterra durante il Medioevo, quando il
Parlamento inglese promulgò gli Enclousers Acts, ovvero le leggi
sulle recinzioni applicate ai campi e ai terreni comuni
appartenenti a piccoli proprietari, avvantaggiando così i grandi
proprietari. Un piccolo villaggio meticolosamente e
filologicamente ricostruito con una popolazione prevalentemente
costituita da contadini, dove giungono tre nuovi abitanti.
    Il loro arrivo coincide con la fine della stagione del
raccolto che, invece di essere festeggiata come di consueto, è
minacciata da due incendi che distruggono parte della dimora del
padrone terriero e il limitare del bosco circostante. Gli
abitanti del posto, superstiziosi e diffidenti, attribuiscono la
cattiva sorte all’arrivo dei forestieri. Diventati capri
espiatori delle difficoltà economiche che il villaggio si
prepara ad affrontare, i tre malcapitati sono anche bersaglio di
tutta la rabbia e la frustrazione della comunità. Tra i protagonisti, l’agricoltore Walter Thirsk (Caleb Landry
Jones) e il proprietario terriero Charles Kent (Harry Melling).
   
   

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