Hopper Penn, ‘ho fatto errori ma ho cambiato vita’

(ANSA) – ROMA, 08 MAG – È un intenso e riuscito affare di
famiglia Signs of Love, il dramma sociale di Clarence Fuller. Un
racconto che unisce sul grande schermo, per dare volto a Frankie
e Patricia, un fratello e una sorella tra dipendenze e scelte
sbagliate, Hopper Jack Penn e Dylan Penn, figli di due
divi/antidivi come Sean Penn e Robin Wright. A interpretare
invece il simbolo di speranza nella storia, Jane, giovane
ragazza sorda con un sogno da realizzare c’è un’altra figlia
d’arte altrettanto talentuosa, Zoe Bleu, figlia di Rosanna
Arquette (anche lei parte del cast).
    Il film, che era in programma a Alice nella città, sezione
autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma, ha vinto il
premio Corbucci, che gli ha garantito l’arrivo in sala,
dall’l’11 maggio con Nori Film in collaborazione con Fice,
preceduto da una serie di anteprime.
    “La sceneggiatura mi ha colpito subito – spiega il 30enne
Hopper Jack Penn a Roma insieme a Zoe Bleu -. Frankie è un
personaggio che trovo in alcuni aspetti simile a me. Nel passato
anch’io come lui ho fatto alcuni errori, ma poi sono riuscito a
cambiare totalmente fase nella mia vita”. Tutti “combattiamo
nella vita, abbiamo dovuto superare il dolore, e a volte
convivere o affrontare qualche tipo di dipendenza. Signs of Love
racconta tutto questo, ma è presente anche la speranza”. Ambientazione della trama è Port Richmond, sobborgo degradato
di Philadelphia dove Frankie mantiene la sorella Patricia,
alcolizzata, e il nipote 15enne Sean (Cree Kawa). Il giovane
spacciatore vorrebbe garantire al nipote una vita migliore e la
speranza di un nuovo inizio arriva per lui dall’incontro con
Jane (Bleu), studentessa sorda, sensibile e generosa, che sta
per iniziare gli studi di medicina a Richmond. “Il film racconta una realtà che esiste nella quale le
persone sono in costante lotta per la sopravvivenza – spiega Zoe
Bleu -. La proposta di Signs of Love mi è arrivata nel pieno di
questa pandemia, che ha colpito tutti e che ci ha fatto
rivalutare i nostri valori, ricordandoci come la famiglia e
l’amore siano le uniche cose che realmente contano. Riflettere
questa centralità attraverso il film mi è sembrato importante”.
    (ANSA).
   

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