Huppert, una sfida che vorrei? Interpretare un uomo

(ANSA) – ROMA, 01 APR – Non i ruoli “ma gli incontri con
registi e registe, attori e attrici che ammiro, che trovo
interessanti o innovativi e l’alchimia artistica che ne può
nascere”. E’ quello che motiva Isabelle Huppert nella scelta dei
progetti, come spiega a Roma dov’è ospite d’onore a Rendez-Vous
2023, il festival dedicato cinema francese, dove l’attrice è
presente in due film. “Non penso alla recitazione in termini di
personaggi da sognare come attrice … anche se sarebbe una
bella sfida interpretare un uomo” aggiunge. Al Festival la
troviamo con un ruolo di contorno in Mon Crime – La Colpevole
Sono Io di Francois Ozon, in sala dal 25 aprile con Bim,
commedia poliziesca corale che rilegge in chiave #metoo una pièce anni ’30 di Georges Berr e Louis Verneuil. E’ invece
protagonista in La syndicaliste di Jean-Paul Salomé (in sala in
autunno con I Wonder Pictures), racconto con un ritmo da
thriller della reale vicenda di Maureen Kearney (Huppert), rappresentante sindacale della centrale nucleare di una
multinazionale francese, che dopo aver lottato mesi per far
emergere uno scandalo è stata assalita, legata e brutalizzata in
casa sua. Uno shock a cui ha dovuto unire quello di non venire
creduta dalla polizia e la magistratura. L’idea “che ha
avuto Francois con Mon crime, era quella di rinnovare il testo
rendendolo un manifesto un po’ femminista”. Protagonista della
vicenda ambientata negli anni ’30 “è una giovane attrice
Madeleine Verdier (Nadia Tereszkiewicz) che da accusata
dell’omicidio di un produttore diventa un’eroina mediatica. Isabelle Huppert nel film è Odette Chaumette, una star del
cinema muto in declino, con le idee molto chiare: “Certo lei non
è femminista – commenta l’attrice sorridendo – più che alla
causa delle donne è interessata a recuperare i soldi che ha
perso e tornare la grande attrice che era”. Cosa pensa abbia
portato il #metoo? “Una grande presa di coscienza, non solo nel
mondo del cinema, su quello che le donne nel mondo di oggi
spesso devono ancora subire. Non può che essere considerato in
maniera positiva”. (ANSA).
   

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