I 55 applausi a Mattarella del Parlamento che lo ha rieletto per salvarsi

Bacchettate con guanto di velluto alla politica, bacchettate con il pugno di ferro , alla giustizia. Il tutto all’insegna degli applausi, continuati, calorosi, forse addirittura esagerati vista la situazione e visto il giudizio dello stesso Presidente ai partiti ed ai parlamentari.Il discorso di insediamento di Sergio Mattarella che oggi comincia ufficialmente il suo secondo mandato, è stato per certi versi quanto di più atteso e classico possibile (alla fine si tratta pur sempre di un grande ex democristiano, se mai esistano ex democristiani) con alcune punte particolarmente sentite.

Messaggio di insediamento del Presidente Mattarella www.youtube.com

Non va nemmeno dimenticato come Mattarella abbia tenuto a spiegare che la sua rielezione è stata «inaspettata», aggettivo utilizzato nella prima frase per mettere a tacere le voci sempre più insistenti secondo cui al contrario delle dichiarazioni degli ultimi mesi del suo primo mandato, il presidente della Repubblica avesse lavorato per una sua rielezione.Poi via con i tempi classici: la pandemia «che sembra superata, grazie ai vaccini, ma che non ci consente distrazioni ed errori», la cultura «che non è superfluo, ma valore fondante del nostro paese», l’uguaglianza sociale, la fine delle differenze tra nord e sud, la famiglia, la lotta alla violenza delle donne, un forte richiamo all’europeismo. Ma, visti i giorni molto complicati (come lui stesso ha ammesso) della sua rielezioni, c’era molta attesa sulle considerazioni legate all’attuale situazione politica.

Mattarella, senza troppa foga, ha bacchettato i governi (tre quelli della legislatura in corso) che non avrebbero fatto abbastanza e soprattutto non avrebbero dato modo e tempo al Parlamento di analizzare i provvedimenti decisi dall’esecutivo. Il riferimento ad esempio alle ultime due manovre economiche arrivate all’ultimo minuto alla Camera ed al Senato come documenti quasi da votare ed approvare a scatola chiusa. Ma soprattutto è sulla giustizia che Mattarella ha usato la mano pesante: « Per troppo tempo è divenuta un terreno di scontro che ha sovente fatto perdere di vista gli interessi della collettività. È indispensabile che le riforme annunciate” per la giustizia “giungano con immediatezza a compimento…Indipendenza e autonomia sono principi preziosi e basilari della Costituzione” ma “il loro presidio risiede nella coscienza dei cittadini: questo sentimento è fortemente indebolito e va ritrovato con urgenza».

Passaggi cui il Parlamento ha risposto con l’applauso più caloroso, tutti in piedi.Applauso che ha anche segnato un passaggio sulla politica di certi paesi, meno democratici ma che possono apparire più snelli e rapidi nel decidere rispetto alla presunta lentezza della nostra democrazia che però è simbolo di partecipazione.

Ed è proprio in quei 55 applausi, compreso quello finale, interminabile, da oltre 4 minuti, che si cela il significato politico più profondo di questo discorso e della rielezione di Mattarella. Come se il Parlamento che in maniera quasi autonoma, lontano dai voleri delle segreterie dei vari partiti, abbia scelto questo, la conservazione. Per la propria sopravvivenza.

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