I numeri del Pnrr, Piano nazionale di ripresa e resilienza

Un piano da 221,5 miliardi di euro, di cui 191,5 riferibili al Recovery fund e 30 per finanziare le opere “extra Recovery”, che porterà nel 2026 a un aumento del Pil del 3,6% e avrà un impatto sull’occupazione di quasi tre punti percentuali. Sono questi i numeri del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) da 319 pagine messo a punto dal governo Draghi che dovrebbe arrivare oggi sul tavolo del Consiglio dei ministri.

PNRR – IL DOCUMENTO

PNRR ITALIA.pdf

Nella premessa firmata dal presidente del Consiglio Mario Draghi si precisa che il piano prevede “quattro importanti riforme di contesto – pubblica amministrazione, giustizia, semplificazione della legislazione e promozione della concorrenza”. Tra gli obiettivi ci sono la “modernizzazione del mercato del lavoro; il rafforzamento della concorrenza nel mercato dei prodotti e dei servizi” e la riforma del fisco, anche in chiave ambientale. Un piano di “portata e ambizione inedite” che per l’Italia “rappresenta un’opportunità imperdibile di sviluppo, investimenti e riforme”: l’obiettivo è arrivare al 2026 con “miglioramenti marcati” sul fronte delle diseguaglianze di reddito, dell’inclusione di genere e della disoccupazione giovanile.

!function(e,i,n,s){var t=”InfogramEmbeds”,d=e.getElementsByTagName(“script”)[0];if(window[t]&&window[t].initialized)window[t].process&&window[t].process();else if(!e.getElementById(n)){var o=e.createElement(“script”);o.async=1,o.id=n,o.src=”https://e.infogram.com/js/dist/embed-loader-min.js”,d.parentNode.insertBefore(o,d)}}(document,0,”infogram-async”);

Il tutto con una novità di importanza fondamentale rispetto al passato: sull’attuazione del piano Bruxelles si potrà confrontare con un interlocutore preciso. Si tratta di un comitato, “istituito presso la Presidenza del Consiglio, a cui partecipano i ministri competenti”, e a cui è affidata la supervisione politica del piano. È prevista “una struttura di coordinamento centrale presso il ministero dell’Economia” che “supervisiona l’attuazione del piano ed è responsabile dell’invio delle richieste di pagamento alla Commissione Ue”, scrive Draghi. Accanto al comitato verranno istituite “una struttura di valutazione e una di controllo. Le amministrazioni sono responsabili di singoli investimenti e riforme” e “il governo costituirà task force locali per aiutare le amministrazioni”.

Ma dove andranno i soldi del Pnrr? L’obiettivo finale, secondo quanto ha anticipato il ministro dell’Economia Daniele Franco ai colleghi, non è solo “riparare i danni della pandemia” ma affrontare le “debolezze strutturali” dell’economia italiana: sono 135 le linee di investimento previste dal piano il cui impianto, hanno fatto sapere nelle scorse ore fonti governative, “non cambierà”, nonostante le richieste insistenti dei partiti. Il 40% delle risorse andrà al Mezzogiorno, mentre le altre suddivisioni sono le seguenti: 57,5 miliardi (il 30% del totale) per progetti green; 43,5 miliardi per la digitalizzazione; 31,6 miliardi per istruzione e ricerca; 25,3 miliardi per le infrastrutture; 17,8 miliardi per inclusione e coesione e 15,6 miliardi per la salute, settore per il quale sarà stanziato un totale di 19,7 miliardi sommando anche altri fondi. “Le sei missioni del piano sono: digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; rivoluzione verde e
transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione;
salute”, si legge nella premessa. Il piano è “in piena coerenza con i sei pilastri del NGEU (Next Generation Eu) e soddisfa i parametri fissati dai regolamenti europei”.

Un focus particolare è quello sull’istruzione e i servizi per l’infanzia: gli investimenti previsti, secondo quanto si è appreso, puntano ad aumentare di 228mila posti l’offerta per la prima infanzia, di cui “152mila per i bambini da 0 a 3 anni e circa 76mila per la fascia 3-6 anni”. Prevista la costruzione o l’adeguamento strutturale di “circa 900 edifici da destinare a palestre o strutture sportive”, anche per contrastare
la dispersione scolastica; inoltre, in circa 1000 scuole verrà finanziata la “costruzione o la ristrutturazione degli spazi delle mense”, per aumentare il ricorso al tempo pieno. Il piano, sottolinea Draghi nella premessa, è infatti “fortemente orientato all’inclusione di genere e al sostegno all’istruzione,
formazione e occupazione dei giovani”.

Leggi su panorama.it