I Tir si fermano (senza sciopero). Italia a rischio rifornimenti. Il Governo obbligato ad intervenire

Sono circa 150mila i Tir rimasti fermi oggi in Italia, in quello che “non è un lunedì normale”, come ha spiegato Maurizio Longo, segretario generale di Trasportounito. Nonostante lo stop allo sciopero dei camion, imposto sabato dalla commissione di garanzia per il mancato rispetto del preavviso di 25 giorni, le aziende del trasporto hanno deciso in autonomia di fermare i mezzi, a causa degli aumenti record del costo dei carburanti. E così è rimasto nei parcheggi il doppio dei camion rispetto alle stime dei giorni scorsi, e la cifra, secondo Trasportounito, non è stata maggiore solo perché molte società committenti hanno riconosciuto ai trasportatori una parte degli extra costi nelle tariffe. Per Longo si tratta di una situazione “preoccupante”, con “quasi il 70%” di mezzi fermi nel traffico Sud-Nord”. Domani le aziende di settore vedranno il viceministro alle Infrastrutture Teresa Bellanova: un incontro “fondamentale per intervenire sugli ambiti in cui è possibile agire”, ha fatto sapere il presidente di Conftrasporto-Confcommercio Paolo Uggè.

Le proteste più eclatanti si sono registrate in Sardegna, dove 300 operatori hanno confermato la manifestazione indetta nei giorni scorsi e slegata da sigle sindacali e associazioni: a Cagliari, Olbia e Porto Torres i camionisti si sono ritrovati davanti al porto e a Nuoro nella zona industriale, senza causare grossi disagi al traffico. Nell’isola gli aumenti del costo del carburante si sommano ai rincari dei trasporti marittimi, una situazione che sta mettendo a dura prova la tenuta delle aziende dell’autotrasporto locale. E anche nel napoletano, la scorsa notte, una trentina di tir ha bloccato per un paio d’ore l’accesso allo svincolo di Nola dell’A30.

Senza ulteriori interventi per contenere i prezzi dei carburanti, ha calcolato Confcommercio, c’è il rischio di rincari per il terziario di oltre il 160% e di 21 miliardi di extra costi per il solo autotrasporto. “Il decreto legge approvato dal governo per contrastare gli aumenti delle bollette di elettricità e gas si muove nella giusta direzione in quanto punta a mitigare, per i prossimi mesi, una parte degli annunciati rincari dei prezzi per imprese e consumatori. Ma occorre fare davvero di più”, ha dichiarato il responsabile per la transizione ecologica dell’associazione, Giovanni Acampora.

E intanto i timori per le conseguenze degli stop ai trasporti, uniti alla paura per un aggravamento ulteriore della situazione in Ucraina, stanno causando i primi episodi di acquisti compulsivi nei supermercati. In vari punti vendita iniziano a mancare pasta, farina e sale, anche se per gli addetti ai lavori non c’è, al momento, motivo di preoccuparsi. Anzi, la corsa all’accaparramento dei prodotti essenziali può generare effetti speculativi e mettere in difficoltà le filiere, come denuncia Cia (Commercianti indipendenti associati), che riunisce imprenditori dettaglianti indipendenti tra le cooperative associate in Conad. “Come già in altre situazioni di emergenza, ad esempio durante la pandemia, si sta manifestando una sorta di psicosi collettiva, anche alimentata dal tam tam mediatico e social, che produce una corsa all’acquisto indotta dalla paura soprattutto su alcuni generi primari come farina, pane e olio”.

Nel frattempo la politica chiede interventi urgenti al Governo Draghi le cui mosse di queste settimane non hanno dato gli effetti previsti, e sono state sopraffatte dagli eventi. Il leader della Lega Matteo Salvini auspica che “in settimana il governo, come hanno fatto altri in Europa, blocchi per un periodo di tempo le accise e l’Iva su benzina, luce e gas, perché ormai i costi per le famiglie, laboratori e imprese sono insostenibili”. Per Salvini “lo strumento lo deve indicare l’esecutivo: scostamento di bilancio, decreto urgente. L’unica cosa che mi rifiuto di aspettare è l’ok di Bruxelles”.

Forza Italia, con la capogruppo al Senato Anna Maria Bernini, sottolinea che “il costo del carrello della spesa è già aumentato di più del 4% e continuerà a salire senza un taglio temporaneo dell’Iva sui prodotti alimentari di largo consumo. Pesa molto la speculazione finanziaria sui prodotti agricoli, ma i rincari si ripercuotono quasi esclusivamente sui consumatori, con le famiglie a basso reddito già in gravissima difficoltà. Il mix tra spesa, bollette e benzina rischia di provocare pesantissime ripercussioni sociali, che vanno disinnescate intervenendo già questa settimana su Iva e accise”. Imprese e famiglie, concorda la presidente dei senatori Pd Simona Malpezzi, “vanno sostenute con aiuti rapidi e concreti. Il Pd ha proposto un assegno energia per le famiglie più in difficoltà”; mentre per il leader del M5S Giuseppe Conte sul caro energia “basterebbe intervenire con una rimodulazione delle accise e poi, attraverso un meccanismo di solidarietà, possiamo trasferire da chi ha avuto più profitti in questo periodo alle categorie che sono in difficoltà. E poi c’è sempre la possibilità di prelevare gli extra-proventi che abbiamo ottenuto per quanto riguarda le aste per le emissioni di anidride carbonica”.

Leggi su panorama.it