IA e doppiaggio, una risoluzione contro l’alias digitale

Tutelare il doppiaggio, che in Italia
rappresenta un’eccellenza riconosciuta in tutto il mondo, dallo
sfruttamento potenziale che può derivare dall’uso
dell’intelligenza artificiale. È l’obiettivo che si prefigge la
risoluzione presentata in commissione Cultura della Camera a
prima firma del suo presidente, Federico Mollicone (FdI),
nell’ambito del lavoro avviato dall’organismo con l’indagine
conoscitiva sull’impatto della digitalizzazione e
dell’innovazione tecnologica.
    “Le innovazioni tecnologiche, e in particolar modo i nuovi
sistemi di intelligenza artificiale generativa, stanno portando
all’elaborazione di sistemi tecnici sempre più complessi per lo
svolgimento del lavoro in tutto il comparto del doppiaggio, sia
per l’aspetto creativo che per quello più strettamente legato al
lavoro, anche rispetto alla cessione dei diritti d’autore e di
interprete esecutore” si premette nella risoluzione in cui si
ricorda, ad esempio, che anche rispetto alle piattaforme
streaming “l’84 per cento degli utenti italiani di Netflix
sceglie l’audio in italiano per le opere in altre lingue”.
    Nella risoluzione si impegna allora il governo ad adottare
iniziative urgenti per garantire che “tutti i dati relativi a
persone o opere, siano essi già digitalizzati come file di
testo, audio, video o di immagine o catturati dalla realtà, non
possano essere utilizzati per il training di modelli di
intelligenza artificiale senza l’esplicito consenso informato
dei loro legittimi proprietari, evitando casi di ‘alias
digitale'”. E, soprattutto, che venga proibito l’uso di video,
immagini, suoni o testi non coperti da una licenza di
sfruttamento o che non siano stati esplicitamente ceduti per il
training di intelligenza artificiale. La risoluzione sollecita
anche l’introduzione di diciture volte a indicare i prodotti
generati dall’IA, totalmente o anche solo parzialmente, “considerata anche la facilità con cui queste tecnologie possono
essere usate per generare falsi credibili”.
    La risoluzione punta anche a sollecitare il governo ad
adottare iniziative per individuare un “responsabile” nel caso
di utilizzo senza consenso di materiale protetto da copyright ed
anche ad imporre requisiti di trasparenza e attribuzione per le
opere generate da intelligenza artificiale, “in modo che gli
utenti siano consapevoli della natura e dell’origine del
contenuto”. La risoluzione sarà all’esame della Commissione Cultura
mercoledì 2 aprile . Lo stesso giorno la Commissione esaminerà
anche la proposta di modifica della legge in materia di tutela
del diritto d’autore relativo alle fotografie, presentata dal
deputato Alessando Amorese insieme a Fderico Mollicone.
   

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