Il cinema ‘ai titoli di coda’, lavoratori in piazza

(di Francesca Chiri) I lavoratori del cinema, quelli che
stanno sul set o dietro le quinte accanto agli attori e ai
registi, si mobilitano e scendono in piazza per manifestare la
loro preoccupazione per il blocco delle produzioni, molte da
mesi ferme per le incertezze sul tax credit, e per l’assenza di
tutele che li proteggano da quello che denunciano essere uno dei
più lunghi periodi di fermo occupazionale, “peggio del covid”.
    Un sondaggio realizzato in questi giorni da una delle
associazioni che li rappresenta, l’Associazione Italiana Aiuto
Registi e Segretarie di Edizione, rivela infatti che circa il
60% dei lavoratori e tecnici cine-audiovisivi è allo stato
disoccupato.
    A Roma in un migliaio si sono incontrati questa mattina a
Piazza Santi Apostoli e poi una delegazione ha chiesto, e
ottenuto, di essere ricevuta al ministero della Cultura per
manifestare le preoccupazione della categoria, una vasta platea
di professionisti del cinema che va dagli assistenti alla regia
ai costumi, ai truccatori, dagli aiuto registi ai fonici,
parrucchieri, elettricisti, direttori della fotografia, solo per
citarne alcuni. Tutti si riconoscono nel comitato
#SIAMOAITITOLIDICODA e sono attivi e mobilitati anche sul web su
una pagina telegram che raduna circa 4 mila persone.
    Altre manifestazioni, raccontano gli organizzatori, si sono
tenute anche a Torino e Palermo e gli addetti che lavorano hanno
indetto uno sciopero di due giorni. La protesta è stata avviata
per portare all’attenzione delle istituzioni e dell’opinione
pubblica la “drammatica situazione in cui versa il comparto”,
dove “migliaia di lavoratori del settore sono attualmente senza
occupazione, ma soprattutto senza alcuna prospettiva futura a
causa della gestione dei decreti ministeriali riguardanti il
settore”. Per questo chiedono al governo un “sostegno economico
da parte dello Stato, a fronte del ritardo nell’emissione dei
decreti e del conseguente rallentamento delle attività
produttive che comportano una grave perdita sia in termini
economici che in termini di anno contributivo a fini
pensionistici”. Ragioni sufficienti ad indurre una delegazione a
chiedere di essere ascoltati dal Mic dove, oltre ad aver
manifestato le preoccupazioni per i ritardi nelle partenze di
molte produzioni a causa dell’assenza delle norme per il tax
credit (il decreto è allo stato all’esame dell’Economia e del
Mimit per un parere), è mobilitata soprattutto per chiedere
l’attivazione di tutele per quegli addetti che, allo Stato,
rischiano di passare l’intero 2024 senza aver mai lavorato. La
delegazioni è stata ricevuta da un dirigente del ministero della
segreteria del ministro. Allo stato le parti si sono lasciate
con la promessa di rivedersi, ma una data per un tavolo vero e
proprio di discussione, riferiscono i delegati, non è stata
indicata.
    “L’annunciata riforma del tax credit è bloccata con un settore
in frenata per colpa della scelta del governo di definanziare la
legge cinema e modificare le modalità di finanziamento con
regole poco chiare che eliminano gli automatismi e politicizzano
le scelte. Il risultato è che le produzioni nazionali sono ferme
e quelle internazionali stanno virando su altri paesi che
garantiscono regole chiare. È una grande sconfitta per la nostra
industria cinematografica” protestano Irene Manzi e Matteo
Orfini, deputati Pd, secondo i quali “come se non bastasse, il
governo ha anche snaturato e tradito lo spirito di una misura
importante come l’indennità di discontinuità, proponendo una
misura spot che è esattamente l’opposto di quello che chiedono
lavoratori e lavoratrici”.
    Anche il Movimento 5 Stelle è “convintamente” al fianco dei
lavoratori che “stanno vivendo la paralisi più totale”.
    “Perché Gennaro Sangiuliano non dà alcuna risposta a questi
professionisti? Perché non se ne occupa la sottosegretaria con
delega al settore, la leghista Lucia Borgonzoni?” chiede il
deputato 5s, e attore, Gaetano Amato, che riprende lo slogan dei
lavoratori che protestano: “con questa gestione per la cultura
siamo veramente ai titoli di coda”.
   

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