martedì, 4 Febbraio 2025
Il corvo, la serie televisiva – The Doc(Manhattan) Is In
C’è stato questo momento, negli anni 90, in cui il Corvo di James O’ Barr è diventato un franchise. Un fumetto indie degli anni 80, nato da una tragedia personale, era diventato un film, e questo era stato trasformato a sua volta da un’altra tragedia in una pellicola di successo. Il primo Il Corvo di Alex Proyas, il dramma del povero Brandon Lee… la storia la conoscete tutti, ma il punto è che fu già un miracolo che siano riusciti a completarlo e farlo uscire, quel film. Dopo quel fatale incidente sul set, nel marzo del 1993, a quattro giorni dal termine delle riprese, Proyas non sapeva se andare avanti. Se n’è tornato in Australia e c’è stato per un mese, a pensare. E anche quando si è deciso di finire il film, come omaggio a Lee, è stato il distributore originale, la Paramount Pictures, a tirare il freno a mano. Almeno finché non è subentrata la Miramax. Per questo Il Corvo è uscito solo nel maggio del 1994. Ma ha incassato oltre novanta milioni di dollari, ha fatto indossare spolverini di pelle a milioni di ragazzi ben prima dell’arrivo di Matrix, è diventato una pellicola di culto. Da spremere quindi con nuovi seguiti e, magari, pure una serie TV…
ALTRI CORVI
E così, in stretta sequenza, due anni dopo è arrivato Il corvo 2 (The Crow: City of Angels, 1996) di Tim Pope, nel 2000 Il corvo 3 – Salvation (The Crow: Salvation; sì, quello con Kirsten Dunst) e nel 2005 quello che – per il momento – è l’ultimo film della saga, Il corvo – Preghiera maledetta (The Crow: Wicked Prayer). Tre acrobatici flopponi in cui al posto di Eric Draven c’erano altri poveri cristi uccisi e tornati nel mondo dei vivi per un po’ di sana vendetta. Ovviamente, con dei nomi che richiamavano pure loro il tema dell’uccello dalle piume nere: Ashe Corven (Vincent Pérez nel secondo film), Alex Corvis (interpretato in Salvation da Eric Mabius) e Jimmy Cuervo (Edward Furlong in Preghiera maledetta). Purtroppo niente Jimmy Cornacchia, ok, ma si parla pur sempre da tempo immemorabile del reboot (quello a cui era in precedenza legato il nome di Jason Momoa, prima che mollasse nel 2018), magari si fa ancora a tempo.
DACASCOS DALLA SCALINATA PER IL PARADISO
Ma in mezzo a tutti questi successori/succedanei di Eric Draven, c’è stato anche un vero e proprio suo surrogato televisivo. Tra il secondo e il terzo film ha visto infatti la luce degli schermi a tubo catodico la serie TV The Crow: Stairway to Heaven, da noi chiamata semplicemente Il Corvo. Una produzione canadese realizzata da Bryce Zabel, produttore di serie di seconda, terza e a volte pure quarta fascia come M.A.N.T.I.S. e Dark Skies – Oscure presenze, e sceneggiatore di Lois & Clark – Le nuove avventure di Superman e di capolavori della storia del cinema (no) come Mortal Kombat – Distruzione totale.
La storia è all’incirca la stessa di quella del film: Eric Draven torna in vita per vendicare quanto successo a lui e a Shelly. Ci sono Sarah, Top Dollar, T-Bird, Tin-Tin, ma tutti interpretati da attori diversi. Come nuovo Eric Draven viene scelto Mark Dacascos, campione di arti marziali e già interprete di numerosi film, come Double Dragon (con il mondo dei videogiochi ha avuto a che fare anche per Wing Commander IV: The Price of Freedom), Kickboxer 5, Crying Freeman, L’isola perduta di John Frankenheimer…
Nel cast ci sono anche Julie Dreyfus, popolarissima soprattutto in Giappone, e l’ex giovane attore prodigio, Goonie e ragazzo perduto Corey Feldman, che qui è Chris Draven, fratello di Eric.
UNA COLLEGA PER DRAVEN
The Crow: Stairway to Heaven va in onda per la prima volta il 25 settembre del 1998, per il primo di 22 episodi, che si chiudono nel maggio dell’anno successivo. Da noi passa su Rai 2, ma solo diverso tempo dopo, nei primi anni Duemila. Per animare un po’ la storia, nell’episodio 15 Eric viene affiancato da un altro Corvo. Una versione femminile chiamata Talon, cioè “artiglio”: la dottoressa Hannah Foster (Bobbie Phillips), uccisa insieme a sua figlia Rebecca e pure lei resuscitata per sistemare i conti. Nel suo caso, senza farsi troppi scrupoli sulle conseguenze.
La stampa non è eccessivamente severa con la serie TV de Il Corvo, nonostante il tutto sia solo una versione annacquata e stiracchiata del film, con Eric Draven che una volta completata la sua vendetta nel volgere di un paio di episodi, sostanzialmente… deve vendicare quelli che non possono farlo da soli. E pedalare.
Apprezzabile la colonna sonora (con, tra gli altri, Rob Zombie, The Crystal Method, Painkillers e i Linkin Park, quando ancora si facevano chiamare Xero), sinceramente inquietante il fatto che anche qui ci sia scappato il morto per un incidente sul set. Nell’agosto del ’98, mentre si sta girando una scena che comprende l’esplosione di una barca, lo stuntman Marc Akerstream viene colpito alla testa da dei detriti e perde la vita. L’Hollywood Reporter e altre testate non ci mettono ovviamente nulla a parlare di una “Crow curse”, la maledizione del Corvo.
LA FINE UNIVERSALE
Nonostante gli ascolti non siano malvagi, The Crow: Stairway to Heaven viene chiusa dopo quella prima e unica stagione. Essenzialmente perché lo studio che la produce, PolyGram Television, viene assorbito dalla Universal, a cui non interessa portare avanti lo show. Il problema è che in questo modo la trama resta totalmente appesa al cliffhanger multiplo del season finale: Eric e il Corvo separati, il primo senza poteri, Shelly in missione per conto del Paradiso, eccetera. Negli USA gira ai tempi la voce di un possibile film TV per riannodare tutti i fili, ma non se ne fa nulla.
Molti, molti anni dopo, Mark Dacascos ha avuto a che fare, in John Wick 3 – Parabellum, con un altro tizio mosso dalla vendetta. Un tipo tranquillo, se però gli lasci in pace il cane.