Il Covid spinge internet ma il 37% al mondo è offline

(ANSA) – MILANO, 09 DIC – La pandemia ha spinto le
connessioni a internet ma in molti restano ancora fuori. Secondo
l’Unione internazionale delle telecomunicazioni (Uit),
istituzione specializzata dell’Onu, 4,9 miliardi di persone
hanno avuto accesso alla rete nel 2021, in aumento rispetto ai
circa 4,1 miliardi del 2019. Una crescita significativa che però
vede ancora un vasto numero di individui offline: 2,9 miliardi,
pari al 37% della popolazione mondiale. “Anche se quasi i due
terzi delle persone a livello globale è online, c’è ancora molto
da fare per connettere tutti a internet” ha affermato il
segretario generale dell’Uit, Houlin Zhao.
    “La nostra organizzazione lavorerà con tutte le parti in
causa per assicurarsi di poter collegare i restanti 2,9
miliardi”. Al di là del boom dell’accesso a internet, che l’Uit
lega alle necessità di adeguare lavoro e formazione alle
modalità da remoto, conseguenza della pandemia, i 4,9 miliardi
non usano internet allo stesso modo. La stessa organizzazione
spiega che centinaia di milioni di persone, sebbene in grado di
utilizzare internet, lo fanno solo di radio, con dispositivi
condivisi e con scarse velocità di connessione. Circa il 96% di
chi invece non ha alcuna possibilità di essere online vive in
paesi in via di sviluppo e affronta problemi gravi come povertà,
accesso limitato all’elettricità o analfabetismo. Ci sono poi i
costi dei pacchetti dati, necessari a navigare in rete. Per
l’ente dell’Onu, solo 4 dei 43 paesi dove la popolazione
connessa è minima, offrono abbonamenti alla portata degli
utenti. Qui, la media di un canone alla rete è pari a circa il
2% del reddito medio lordo, con picchi che possono raggiungere
anche il 20% per la maggior parte degli stati del continente
africano. (ANSA).
   

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