mercoledì, 27 Novembre 2024
Il dramma delle migliaia di bambini ucraini scomparsi nel nulla
Ormai i profughi in fuga dall’Ucraina non si contano più. Milioni di persone hanno lasciato il loro Paese e tra queste secondo le prime stime delle associazioni umanitarie mancano all’appello migliaia di bambini che non si sa dove siano finiti. Valeria 7 anni, Fedorenko 8 anni, Eugenio 17, Dmytro 9 anni, i fratelli Danilo e Sofia 4 e 6 anni sono solo alcuni dei nomi dei bambini scomparsi nel caos della guerra in Ucraina. Bambini spariti soli o con le loro famiglie di cui da settimane si è persa traccia. Sparizioni che lasciano spazio alle ipotesi più terribili dalla morte avvenuta a causa dei bombardamenti al traffico di essere umani. I bambini che si muovono da soli in paesi stranieri sono in costante pericolo ed esposti a violenza e sfruttamento. Nel caso dell’Ucraina una migrazione così massiccia di rifugiati soprattutto minori (se ne stimano circa 800mila di cui molti senza accompagnatore) ha destato preoccupazione nelle associazioni umanitarie che sanno cosa rischiano i minori come in tutte le emergenze di guerra e da settimane hanno lanciato l’appello di registrare i bambini e di chiamare le autorità competenti.
Alcune di queste non escludono che molti bambini ucraini non siamo nemmeno arrivati al confine ma siano stati rapiti dai russi per essere usati come arma di ricatto mentre su quelli arrivati e scomparsi si fa sempre più concreta l’ombra del traffico di bambini. Panorama ha contattato l’associazione umanitaria NGO Magnolia con sede a Kiev che si occupa di ritrovarli.
Secondo voi come sono scomparsi questi bambini?
«I bambini scomparsi sono spesso senza genitori o tutori. Quelli dispersi da soli durante l’evacuazione è perché potrebbero aver attraversato la linea di confine (a partire dai 16 anni è legale in Ucraina), o erano con una persona che ha cercato di uscire dal Paese. Molti non hanno i genitori perché sono stati uccisi dai russi durante la guerra, e qualcuno potrebbe averli portati sugli autobus per l’evacuazione ma dopo aver attraversato il confine, si sono ritrovati da soli e forse in situazioni di pericolo non essendoci adulti responsabili vicino a loro. Purtroppo corrono il rischio di essere coinvolti nella traffico di esseri umani perché non è così difficile fingere di essere un volontario con un bambino per poi portarlo via senza lasciare traccia».
IL SITO CON I VOLTI DEI BAMBINI SCOMPARSI
Perché spariscono?
«In primo luogo, la maggior parte dei casi dove sono spariti sono nelle nostre città “più difficili”, come Mariupol, Kharkiv, Irpin, Bucha dove le persone hanno perso i contatti con i parenti, alcuni di loro sono stati uccisi, altri si sono nascosti da qualche parte senza alcun collegamento. Abbiamo avuto informazioni che alcuni dei bambini sono stati rubati a Mariupol dai russi. Non è sicuro per un bambino viaggiare da solo, specialmente in un paese straniero».
Cosa dovrebbe fare la comunità internazionale?
«La comunità internazionale dovrebbe prestare attenzione ai bambini ucraini nel loro territorio; per garantire un efficace sistema di controllo e screening del confine, in grado di consentire la registrazione ufficiale dei nostri bambini e la loro protezione da parte del sistema dei servizi sociali e soprattutto se è possibile fare degli sforzi per il ricongiungimento familiare (per trovare genitori o parenti)».
A collaborare con Magnolia è il Telefono Azzurro. Il presidente Ernesto Caffo si è recato la scorsa settimana in Polonia per la seconda volta.
Cosa può dirci dei bambini ucraini che arrivano alla frontiera?
«Dei bambini ucraini se ne parla pochissimo sono invisibili arrivano in questi centri enormi ma nessuno ha traccia di dove vanno. È un sommerso che ci fa preoccupare noi vogliamo sapere dove siano. I minori in questo momento non hanno tutele ci sono bambini con disabilità e orfani».
Quante segnalazioni avete?
«Noi abbiamo segnalazioni di di alcune decine di bambini scomparsi registrati dai nostri sistemi ma quelle che sono rilevate dalle varie voci come le diocesi polacche sono molte di più. Il tema del traffico di bambini si rileva quando lo si cerca».
Come fanno a portare via i bambini?
«I bambini sono caricati sui treni senza accompagnatore oppure arrivano sui bus da soli e vengono affidati al conducente che è l’unica persona che viene registrata. Mentre tutti i minori non si sa chi siano e sono accolti da un mondo di associazioni che non è controllato. Queste realtà sconosciute arrivano alla frontiera magari per chiedere fondi e ripartano portando via i bambini. Ma non si sa chi siano queste associazioni e anche gli amici di Magnolia hanno visto questi pullman arrivare direttamente a Leopoli in un clima di confusione dove i rischi per i minori sono altissimi».
Non vengono controllati alle frontiere?
«In tutta l’aria dei confini il controllo è poco. Bus e auto trasportano persone fragili che possono essere d’interesse per le persone che ne fanno richiesta. Un avvocato polacco ad esempio ci ha fatto vedere una chat di fb dove c’era scritto “io ho questo numero di bambini te ne posso portare un po’” Anche nella stazione di Varsavia abbiamo visto un cartello di uno studio di avvocati di Genova che organizzano bus per bambini ma a che titolo? Ci sono purtroppo tantissimi bambini soli che cercano una protezione e non parlano una lingua comprensibile per poter chiedere aiuto».
Il rischio di traffico di bambini è reale?
«È un rischio che hanno rilevato tutti quelli che erano ai border perché come le dicevo non c’è un controllo. Questo flusso di 24 ore al giorno è pericoloso per questo oggi gli ucraini cercano di limitare l’uscita dei bambini. È un tema che abbiamo segnalato per primi e a tutti. C’è un numero infinito di realtà volontarie di gente che si reca alla stazione di Varsavia portando dei dolci ed ha una copertura con la casacca di volontario ma non ha un’identità. Nelle grandi emergenze sono sempre scomparsi tantissimi bambini».
Cosa si sta facendo per cercarli?
«Oggi le mamme ucraine cercano i loro bambini sulle pagine Fb e abbiamo chiesto al ministro polacco di poter attivare misure di riconoscimento biometrico. Il traffico è un tema che non piace a nessuno ma è una realtà drammaticamente presente e in questo caso ci sono tutti fattori che possono facilitarlo».