Il flop della campagna vaccinale in Lombardia (ma si può rimediare)

«Vaccineremo tutti i lombardi entro giugno». La dichiarazione di Guido Bertolaso, nel giorno della sua nomina a Commissario Straordinario per la Campagna Vaccinale in Lombardia aveva fatto ben sperare. Una sfida difficile per mille motivi ma, si diceva, i lombardi possono fare questo ed altro.

Oggi però l’orgoglio padano deve fare i conti con una serie di errori, clamorosi, che stano trasformando la sfida di allora in una delle peggiori figure di sempre.

La vicenda è nota a tutti, da giorni. Il portale che sta gestendo le prenotazioni per le vaccinazioni sta avendo grossi problemi. A Cremona due giorni fa di fatto non si è presentato nessuno, ma non per rinunce, proprio perché il famoso sms con l’appuntamento non è mai stato inviato. Così è toccato ad alcuni sindaci contattare e portare di persona anziani aventi diritto per non sprecare le tanto preziose dosi. Altrove invece di sms con le convocazioni ne sono partiti troppi, il doppio del previsto, con il caos che potete immaginare.

A gestire la piattaforma Aria, società creata da Regione Lombardia, che aveva garantito di avere tra le mani un sistema sicuro.

Già però nel giorno dell’apertura delle iscrizioni il sito andò in tilt per diverse ore. «Problemi di contatto con l’operatore telefonico per l’invio degli sms, ma abbiamo risolto» spiegarono allora. Purtroppo la riparazione è servita a poco visto gli episodi di questi giorni.

Così, oggi, il Governatore Attilio Fontana ha chiesto le dimissioni del cda di Aria a partire dal suo Presidente, Francesco Ferri. Resterà solo il dg Lorenzo Gubian arrivato pochi mesi fa dal Veneto.

Tabula rasa sul passato, quindi. Da settimana prossima anche la Lombardia si appoggerà interamente alla piattaforma di Poste Italiane che viene già utilizzata con successo in altre regioni.

Mano pesante chiesta anche dal leader della Lega, Matteo Salvini, che senza mezzi termini ha spiegato come in Lombardia «chi sbaglia paga».

La situazione quindi dovrebbe restare difficile per un’altra settimana, il tutto mentre arrivano segnalazioni di ultraottantenni, alcuni anche malati cronici, «dimenticati» e alla ricerca di un modo per tornare nel novero delle persone da vaccinare.

Ma, come ha spiegato oggi Fontana, non è che con il cambio di piattaforma spariscano tutti i problemi.

Il prossimo ostacolo infatti sono le dosi del vaccino. Ad oggi la Lombardia ne ha a sufficienza per proseguire nella campagna di vaccinazioni fino alla fine del mese. Poi stop. Ma questa non è più una questione sotto la responsabilità della regione, è statale, governativa.

Insomma, quella che doveva essere una cavalcata vincente, si sta trasformando in una Via Crucis. Il tempo per correggere gli errori e mantenere la parola data settimane fa però c’è ancora. Ma non si può più sbagliare.

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