martedì, 26 Novembre 2024
‘Il frastuono e il silenzio’, arriva il film su Toni Negri
Un uomo anziano a Parigi, chiuso
nella sua casa, malato, torna a riflettere sull’etica delle
proprie azioni. È Toni Negri. Negli anni 70 è stato ritenuto
responsabile della degenerazione violenta di decine di migliaia
di giovani, e accusato di essere il capo del terrorismo
italiano. Questo in sintesi il film documentario “Il frastuono e
il silenzio” che il regista e sceneggiatore Giampaolo Penco ha
dedicato al filosofo di Padova, che verrà presentato il 17
giugno al Biografilm Festival a Bologna.
“Il film – ha spiegato il regista in un incontro stampa –
ricostruisce la parabola di Toni Negri dal punto di vista della
famiglia, cosa mai successa prima”. In realtà Penco ripercorre
attraverso una lunga intervista realizzata nella casa di Parigi
durante il periodo del covid, e con l’ausilio di materiali
d’archivio, l’intera vita di Negri: dalla ferrea educazione
ricevuta dalla madre, fino alla scalata ai vertici di Azione
Cattolica, dal rapporto con Marco Pannella che lo portò in
Parlamento al caso Moro, “un caso di estrema manipolazione”,
spiega ancora il regista; senza dimenticare “la freddezza che ci
fu con Enrico Berlinguer e con il Partito Comunista Italiano”.
“Sembra strano – dice Penco – ma Toni Negri divenne famoso e
un caso mediatico, solo dopo il suo arresto e l’assurdo processo
che subì. Prima era un normale professore di Filosofia a
Padova”. Convinto europeista, Toni Negri dice di avere sbagliato
tanto, “ma non da codice penale”. Nel film sono fondamentali gli
interventi delle figlie Anna e Nina (il figlio maschio ha
preferito non partecipare per motivi personali) che ne
sottolineano anche errori e fragilità. Non ha mai avuto
intenzione di rivedere il suo passato: “Le cose muoiono
naturalmente” dice nel film.
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