martedì, 26 Novembre 2024
Il lusso urban chic degli stilisti parigini alla conquista della community digitale
Paris Fashion Week ha chiuso la sua carrellata di marchi moda che hanno presentato le collezioni primavera estate 2023.
Un mix di idee e proposte contemporanee che vanno a miscelare l’urbanwear con lo chic parigino e uno speciale cocktail fra richiami ancestrali primitivi e sartoria couture, in modo da sondare le varie sfaccettature della femminilità, oltre a proporre anche nuovi immaginari e idee del lusso per la community giovanile e digitale.
A proposito di storytelling, Thom Browne racconta una versione moderna della storia di Cenerentola, rappresentata negli spazi sontuosi dell’Opéra Garnier.
Egli l’ha definita «un ballo di fine anno americano mescolato al glamour francese» dove le interpreti della sua sartoria concettuale e provocatoria hanno sfilato gonne oscillanti con sottogonne, cappotti e redingote da gran sera, tute couture e abiti drappeggiati.
Alcuni dedicati alla protagonista, altri indossati da matrigna e sorellastre e una personificazione del gatto Lucifero, look impreziositi di gros-grain, tulle e ricami.
La storia è ultramoderna, pertanto le famose scarpette diventano verosimilmente scarpe feticcio con zeppa rocker.
I completi da giorno sono anch’essi oversize, mettendo in discussione le proporzioni tradizionali delle costruzioni sartoriali.
È il regista Stephen Isaac Wilson a collaborare con Ibrahim Kamara, nuovo image e art director, durante questo nuovo capitolo di Off-White.
Siamo in un passaggio di transizione per questo marchio incentrato su una community radicata e progressista, sempre in movimento. L’estetica oggi deve riproporre una nuova idea del lusso che nutre energia giovanile e provoca meraviglia.
La collezione, è vero, si chiama «Celebration», per continuare ad omaggiare lo scomparso fashion creator Virgil Abloh e per sancire la sua presenza e il suo lavoro artistico come base di questo nuovo corso.
Si vuol rimanere in contatto con le radici africane, con quell’attitudine teatrale fatta di contrasti, con una provocatoria sartoria particolarmente grezza dove i look maschili e femminili sono interconnessi, in uno spirito collettivo dedicato a giovani radicali.
Al regista e al designer attuale è piaciuto puntare sull’equilibrio tra gli stili duri e quelli più morbidi, sul mix fra materialità naturale e filati tecnici, lasciando alcuni pezzi decostruiti oppure bucati da un meteorite che provoca fori giganteschi intorno allo stomaco.
Il fil rouge d’insieme lo tiene il tema floreale e un «Impossible Blue», che si ritrovano, con forza e allo stesso tempo delicatezza, nell’intera collezione.
Da Balmain, Olivier Rousteing immagina un suo guardaroba prêt-à-porter e haute couture dai richiami fortemente primitivi e ancestrali, in uno show super affollato (il pubblico raggiungeva le settemila persone) nello stadio Jean Bouin. Sulla gigantesca passerella di marmo si sono visti corsetti di vimini, pantaloni fluidi, stampe barocche, ricami, trafori, intrecci, piume e calzature vertiginose.
Alcune uscite interpretate da celebrità amiche dello stilista, da Ashley Graham, Precious Lee, Kristen McMenamy e la cantante Cher.
Nel Jardin des Plantes, dove gli studiosi di botanica hanno incrociato le scoperte di tutto il mondo fin dal XVII secolo, la Maison Givenchy attua il suo cambiamento di stile sotto la guida di Matthew Williams.
I look sono un alchemico cocktail culturale, tra i codici di abbigliamento cosmopoliti di Francia e Stati Uniti, ovvero le tendenze urbane americane di Williams con quelle della Francia dell’heritage Givenchy.
La sfida è lanciare un ideale di abbigliamento globale, adatto all’era digitale, come spiega Williams: «Questa collezione è una ricerca per far dialogare guardaroba culturalmente specifici provenienti da luoghi molto dissimili – Parigi e Los Angeles – e trasformarli in un look davvero universale per una comunità globale e generazionale. Nel creare la collezione, volevo che ogni silhouette incarnasse lo scambio tra lo chic parigino e il cool californiano ed anche esplorare il modo in cui questi contrasti risultano integrati per un mondo digitale senza confini».
Nicolas Ghesquière ha invitato l’artista francese Philippe Parreno a creare l’installazione gigante, insieme allo scenografo James Chinlund (famoso per il film The Batman), per il set della sfilata di Louis Vuitton.
Il «monster-flower» rappresenta un po’ la nuova femminilità voluta dalla Maison, ripreso sui miniabiti stampati, i pantaloni in pizzo e cristalli.
Infinitamente largo e decisamente piccolo, due estremi che trasformano i pezzi del guardaroba e gli accessori, glorificando la complessità del codice femminilità.
All’Hôtel d’Évreux, Daniel Roseberry è impegnato a mantenere l’attrattiva del marchio Schiapparelli, in uno show definito «Extra Ordinario» che presenta mise intese allo stesso tempo quotidiane e straordinarie. Anche qui si ha l’opportunità di parlare a tutti i tipi di donna e a tutti i ruoli e risvolti che spesso racchiude.
Coinvolgendo la raffinatezza della sartoria, la versatilità degli accessori e il fascino dei bijoux, così da ispirare e provocare il continuo seducente mistero.
Sontuosa la materia e la sua costruzione, il dettaglio dal decoro dorato e altri omaggi alla intramontabilità di questo progetto, delle sue icone e dei suoi bestseller che durano nel tempo.
Un atto creativo di riduzione delle forme è avvenuto nei capi della collezione di Loewe, attento a stringere e ridisegnare la silhouette della donna moderna.
Tutto è molto corto, dall’abito alle giacchine, posando l’interesse principale sulle trame, sui colori e sulla luce che dà le diverse sfumature all’estro materico.
Nulla però si toglie al design e alle lavorazioni, con i drappeggi in primo piano, e alla compresenza di accessori variegati, a caratterizzare l’insieme: décolleté con stiletto o tacco rigonfio, ballerine, borse multifuzione e bijoux raffinati.
«A Form That Breathes», questo è il concetto cha anima le sculture moda di Issey Miyake, abiti dalle forme originali nate da specifici tessuti all’apparenza rigidi che, appena indossati e mossi, diventano fluidi e così leggeri da respirare.
La serie «Torso» è l’emblema del guardaroba, capi realizzati a mano con un unico pezzo di tessuto che diventa tridimensionale e drappeggiato dopo essere messo sul corpo.
«Resonant Suit» è un’altra gamma di proposte realizzate con un tessuto prima piegato e poi parzialmente plissettato a mano in una forma rotonda; mentre i pezzi «Linkage» sono creati da una maglia senza cuciture che fa un uso creativo delle rotondità e delle asprezze, combinando diverse tecniche di lavorazione.
Presentata in piazza Centre Pompidou, la sfilata di Stella McCartney unisce moda e arte grazie alla collaborazione con il leggendario artista giapponese Yoshitomo Nara.
Casual e formale dialogano attraverso una sartoria rilassata, illuminata da tagli di sbieco, pizzo, lingerie o cristalli che fanno capolino da sotto le giacche.
Ci sono anche abiti t-shirt con una manica a mantella, scultoree tute per un moderno workwear e, naturalmente, il denim signature.
Una nuova capsule unisex «Yoshitomo Nara x Stella McCartney» verrà rilasciata al pubblico per dicembre 2022.
Chiude questo breve racconto parigino, il marchio di Paul Smith che punta sulla enfasi della sartorialità contemporanea e su di un versatile eveningwear, entrambi un pochino oversized e di ispirazione maschile.
Elegante e femminile, con una attitudine rilassata, la sua musa indossa gilet senza maniche abbinati a shorts coordinati, completi tre pezzi formati da una camicia, un bustier e dei pantaloni a vita alta, oppure deliziosi tuxedo e completi da sera ispirati alle icone musicali amate da Paul Smith negli anni Settanta e Ottanta.