mercoledì, 13 Novembre 2024
Il nuovo Califfo dell’Isis
Lo Stato Islamico a 42 giorni dalla scomparsa del terzo suo califfo Abū Ibrāhīm al-Hāshimī al-Qurashī negli scorsi giorni ha annunciato il nome del suo successore identificato inizialmente con il nom de guerre di Abu Hasan al-Hashemi al-Qurashī. Ma chi si cela dietro questo nome di battaglia? Secondo quanto riferito da due funzionari della sicurezza irachena che hanno parlato con l’agenzia stampa Reuters, questi sarebbe Juma Awad al-Badrīal-Sāmarrāʾī ovvero il fratello più anziano del primo califfo dell’Isis Abu Bakr al-Baghdadi al secolo Ibrāhīm Awed Ibrāhīm ʿAlī al-Badrī al-Sāmarrāʾī .
Per il momento lo Stato islamico così come il Pentagono non hanno confermato la notizia, tuttavia, il silenzio di entrambi fa credere che le cose stiano realmente così. Poco si sa di Badri, ma viene da una ristretta cerchia di jihadisti iracheni oscuri e temprati dalla battaglia emersi all’indomani dell’invasione statunitense del 2003. <>, ha detto uno dei funzionari della sicurezza irachena. Il funzionario ha anche affermato che Juma Awad al-Badrī è da tempo a capo del Consiglio della Shura dello Stato Islamico, un gruppo dirigente che guida la strategia e decide la successione quando un califfo viene ucciso o catturato.
Gli americani sanno esattamente chi sia Juma Awad al-Badrī visto che fino al 2019 questi era stato segnalato più volte al confine turco-siriano ma non solo, nel novembre del 2019 si trovava a Istanbul insieme ad una delle quattro mogli (con marito e cinque figli) di al-Baghadi, donna della quale dopo l’arresto della polizia turca nessuno ha più saputo nulla. Quel giorno Juma Awad al-Badrī sfuggì per un soffio alla cattura ma questo non gli impedì certo di continuare a fare la spola con la Turchia. Secondo Franco Iacch, analista strategico, dietro alla nomina del nuovo califfo c’è una strategia consolidata: «Le organizzazioni terroristiche annunciano la morte dei rispettivi leader in base alle esigenze contestuali (come, ad esempio, la disponibilità o meno del corpo) e soltanto quando possono trarne un reale vantaggio. Gli attacchi contro la leadership raramente riducono le capacità di un’organizzazione, ma rientrano in una più ampia strategia di logoramento e pressione che mira ad esporre le debolezze delle organizzazioni terroristiche. L’effetto, in ogni caso, dipende dalla resilienza organizzativa del gruppo e dal sostegno locale. L’unico modo per sconfiggere lo Stato islamico è rifiutarla come organizzazione legittima. Ciò richiederà di mitigare quei fattori che lo Stato islamico ha sfruttato a suo vantaggio per ottenere il potere e fare proseliti con un processo di radicalizzazione. Come qualsiasi altra organizzazione terroristica che lo ha preceduto, lo Stato islamico ha elaborato un piano di successione nel caso in cui avvenisse l’eliminazione delle figure principali e predisposto un Consiglio della shura incaricato di nominare il sostituto».
In ogni caso la struttura del “califfato” (fisico o in pectore) impone una figura centrale. «Il nome di battaglia del nuovo califfo, come il fratello e il suo predecessore» -continua Franco Iacch- «suggerisce che rivendica una discendenza con il profeta Maometto. Un califfo deve possedere determinati attributi e credenziali: musulmano, adulto, devoto, sano di mente, fisicamente integro e provenire dalla tribù Quraysh della penisola arabica. Soltanto un legittimo califfo può richiedere la fedeltà di tutti i musulmani. Il messaggio audio diffuso dalla Fondazione Al Furqan non ci fornisce ulteriori dettagli se non che “avremmo potuto svelare il suo nome ed il suo volto, ma c’è tempo per questo””.
La scelta di Juma Awad al-Badrī potrebbe essere stata concepita per evitare la destabilizzazione del gruppo come ci conferma Franco Iacch: «Mentre i media dello Stato islamico continuano a pubblicare le foto dei giuramenti di fedeltà provenienti dalle varie province, non conosciamo ancora la visione strategica del nuovo califfo. L’ultima grande operazione dello Stato islamico riguarda l’assalto alla prigione di Ghwayran avvenuta due settimane prima il raid della Delta Force. Il primo banco di prova sarà il prossimo Ramadan, il “mese di conquista” così definito dallo Stato islamico. La traiettoria strategica e l’ambizione di Abu al-Hassan al-Hashimi al-Qurashi non tarderanno a palesarsi».