Il Qatargare spinge conservatori e popolari ad allearsi in Ue

L’inchiesta per corruzione sui fondi provenienti dal Qatar ai parlamentari della sinistra europea ha effetti potenzialmente devastanti per gli equilibri futuri dell’Unione Europea. La credibilità di Socialismo e Democrazia è pesantemente compromessa, il rischio è che alle prossime elezioni europee del 2024 la sinistra non veda la luce del governo dell’Europa. In parallelo al crollo della socialdemocrazia, di cui il Pd italiano e il PS francese sono la massima espressione, c’è una crescita rapida sia di rinnovate leadership popolari, come quella della CDU in Germania e del Partito Popular in Spagna, sia dei gruppi dell’ECR, con Fratelli d’Italia, Vox, PiS e democratici svedesi in testa. Insomma, la questione è chiara: se popolari e conservatori trovassero un qualche accordo politico e parlamentare ci sarebbero oggi elevate probabilità di una svolta a destra dell’Unione Europea.

Di fronte ad un grande risultato di Popolari e Conservatori e ad una loro convergenza parlamentare anche l’ambizioso Macron, di base più incline a dialogare con Verdi e Socialdemocratici, dovrebbe rivedere la propria posizione. I liberali centristi potrebbero finire a fare da stampella alla destra per entrare in qualche modo nella Commissione che sarà.

Questa riunione della destra potrebbe non dispiacere affatto l’alleato americano: essa terrebbe fuori sia la destra radicale filo-russa, il gruppo di Democrazia e Identità, sia una sinistra che sbanda sempre di più verso il pacifismo e l’appeasement economico con la Cina. In una nuova logica di deglobalizzazione, di sovranità che ritorna a macchia di leopardo, di stabilità dei conti pubblici, di domanda di protezione e controllo dei confini la destra guadagna terreno e spaventa molto meno di qualche anno fa, mentre la sinistra si contorce tra debolezza ideologica, scandali e posizioni internazionali incerte.

Nel prossimo anno le leadership dei popolari e dei conservatori saranno chiamate ad un test di capacità politica, si vedrà se saranno in grado di cooperare davvero per andare al governo dell’Unione Europea. Per ovvie ragioni di taglia, Giorgia Meloni avrà un ruolo di primissimo piano. Se saprà costruire una nuova operazione politica vincente, quella di unire il centrodestra europeo, la premier italiana potrà essere decisiva nella scelta della prossima commissione e del suo presidente.

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