sabato, 22 Febbraio 2025
Il ragazzo dai pantaloni rosa a Los Angeles cercando uscita Usa
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(di Lucia Magi) Dall’Italia a Hollywood il
passo è (talvolta) breve. È approdato a Los Angeles il film
campione d’incassi e fenomeno tra i giovani italiani: Il ragazzo
dai pantaloni rosa che ha avuto la sua anteprima negli Stati
Uniti durante la serata conclusiva di Filming Italy, il festival
diretto da Tiziana Rocca giunto alla decima edizione.
Ad accompagnare Oltreoceano l’adattamento cinematografico
della storia di Andrea Spezzacatena, il 15enne che si tolse la
vita dopo aver subito atti di bullismo e cyberbullismo omofobo,
c’era parte della squadra che ha lavorato al film di Margherita
Ferri: lo sceneggiatore Roberto Proia, l’attore protagonista
Samuele Carrino (che recita a fianco di Claudia Pandolfi), la
cantante Arisa, che ha composto un brano della colonna sonora,
Teresa Manes, madre di Andrea e autrice del libro che ha
ispirato la sceneggiatura, e il produttore e distributore Tarak
Ben Ammar, presidente di Eagle Pictures.
“Il film inizia ora il suo viaggio internazionale. Comincia
ad arrivare nelle sale di altri paesi e stiamo cercando una
distribuzione americana”, spiega all’ANSA Proia, che aggiunge: “Il fenomeno del bullismo è mondiale; ovunque ci sono ragazzini
che ne soffrono. Abbiamo scoperchiato un vaso di Pandora e li
abbiamo fatti sentire meno soli. In Italia, dopo il film, sono
aumentate le denunce”. “La storia di mio figlio purtroppo è una
storia senza nome e senza tempo – confida all’ANSA Manes – Con
il film possiamo raggiungere milioni di persone e diventare un
messaggio di pace”.
Al termine della proiezione, Arisa ha eseguito ‘Canta
ancora’, brano che aveva scritto per sua madre, ma rimasto nel
cassetto finché non le hanno chiesto di contribuire al
lungometraggio. “Roberto mi ha chiamato lo stesso pomeriggio in
cui avevo saputo di esser stata rifiutata, ancora, da Sanremo.
Non ho esitato a rispondere di sì. So per esperienza quanto fa
male il giudizio altrui. Partecipando a quest’opera mi sono
sentita utile come non mai”, ha raccontato a una platea ancora
commossa. “Il ragazzo dai pantaloni rosa è la prova che il cinema non è
solo evasione dalla realtà, ma contribuisce a darle forma”, ha
detto Emanuele Amendola, direttore dell’Istituto italiano di
Cultura nella città dello spettacolo.
Dal palco del teatro Harmony Gold, sul Sunset Boulevard, è
arrivato anche l’appello dei due produttori della serie Netflix
Ripley, che ha vinto 4 Emmy nel 2024 ed è stata interamente
girata in Italia. Durante un panel organizzato dall’Istituto per
il commercio estero l’americano Clayton Townsend (Natural born
killers, Bridemaids, Equalizer 3) e il romano Enzo Sisti (La
Passione di Cristo, Gangs of New York, No time to die) hanno
ribadito insieme l’importanza degli incentivi accordati alle
produzioni straniere che scelgono di filmare in Italia: “Questo
è il ‘movie business’, un ‘business’, appunto: nessuno sceglie
dove girare solo per le bellezze del paesaggio e la sapienza
delle maestranze, purtroppo”, ha dichiarato Sisti, con
l’approvazione di Townsend: “Garantire anche vantaggi economici
è essenziale per convincere gli Studios ad andare a Roma o Capri
piuttosto che in Bulgaria o in Spagna”.
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