Il Robot Selvaggio, 90 kg di latta, fili, chip e cuore

“A volte per sopravvivere dobbiamo
diventare qualcosa di più di quello per cui siamo programmati”.
    Una regola che si può applicare a tutti e tanto più al robot
Rozzum 7134, abbreviato ‘Roz’, appunto programmato per assistere
con estrema efficienza chiunque incontri e gli chieda aiuto, un
lavoro che porta avanti con grande digitale efficienza, ma
purtroppo senza nessuna elasticità. Ed è proprio lui Il Robot
Selvaggio della DreamWorks Animation, adattamento dell’omonimo
pluripremiato bestseller del New York Times di Peter Brown, che
arriva in sala il 10 ottobre.
    Chi è questo robot? Stiamo parlando di circa novanta chili di
latta, plastica, fili e circuiti integrati, tutti luoghi
necessariamente senza empatia, ma perfetti perché questa, se
suscitata, risalti come non mai. Ed è quello che appunto accade
al nostro ‘Roz’ che dopo un naufragio si ritrova su un’isola
disabitata dove dovrà imparare ad adattarsi all’ostile ambiente
circostante, costruendo, lui che è programmato solo per mettersi
al servizio di qualcuno, relazioni con gli altri animali
dell’isola, ma soprattutto trovandosi inaspettatamente ‘mamma’
di Becco lustro, un’ochetta orfana.
    Questo film d’animazione in cui si parla di integrazione,
ecologia, intelligenza artificiale e sentimenti è scritto e
diretto dal pluricandidato all’Oscar Chris Sanders –
sceneggiatore e regista di Dragon Trainer, I Croods e Lilo &
Stitch di Disney Animation Studios – ed è prodotto da Jeff
Hermann. Esther Elisha, voce italiana di Roz (Il prossimo tuo,
Last minute Marocco) dice del robot da lei interpretato: “Se c’è una cosa che mi ha insegnato Roz è che la collaborazione è
molto importante e soprattutto che l’aiuto ti arriva da dove
meno te lo aspetti. Ci sono insomma persone che si sanno vendere
bene, ma poi quelle che veramente ti ritrovi vicine sono quelle
meno rumorose, quelle invisibili”. Dice Alessandro Roia (Romanzo criminale) che dà la voce alla
furba volpe Fink: “È un personaggio che mi ha molto affascinato
anche per la sua grande capacità di improvvisazione. Tra le
molte tematiche che propone il film c’è soprattutto quella della
gentilezza. Quasi un modo di ribaltare questo momento storico,
la gentilezza come un’arma pura ed efficace”.
   

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