Il terrorismo islamico all’attacco l’Europa

É di poche ore fa la notizia diffusa dalle autorità olandesi che la notte del 23 settembre ad Eindhoven è stato sventato un complotto terrorista: una serie di attacchi multipli nella città della provincia del Brabante settentrionale. Al termine dell’operazione congiunta dell’Intelligence nazionale (AIVD) e della Polizia olandese sono stati arrestati nove uomini, tutti accusati di ‹‹prepararsi a commettere un atto terroristico e di essere addestrati a perpetrare il crimine››.

Gli arresti sono il risultato di un’indagine avviata in estate basata su informazioni fornite dal Servizio di intelligence olandese (AIVD) e dalla Landelijke Recherche, il Servizio centrale di polizia incaricato di indagare su gravi crimini. Gli arrestati hanno tutti un passaporto olandese (tranne uno che è nato in Afghanistan), hanno un’età compresa tra i 18 e i 31 anni e sono simpatizzanti dello Stato islamico, secondo quanto riferito dalle autorità. Durante le perquisizioni non sono state trovate armi o esplosivi ma una serie di attività tecniche e il sequestro di numerosi dispositivi informatici, hanno provato che il complotto era giunto alle fasi finali. Quanto accaduto ad Eindhoven non deve stupire perché questa città industriale -dove hanno sede importanti multinazionali come la Philips- si è dimostrata particolarmente permeabile al fenomeno dell’estremismo islamico.

La moschea Al Fourqaan ha svolto un ruolo importante nello sviluppo del pensiero estremista-jihadista nei Paesi Bassi, secondo un documentario televisivo trasmesso lo scorso anno e molti dei circa 250 foreign fighters olandesi (70 donne) sono passati da Eindhoven. Non è quindi un caso che alcuni di loro sono poi ricomparsi in relazione agli attacchi terroristici a Madrid e in Belgio (Eindhoven dista appena 20 km dal confine belga). Quanto accaduto ad Eindhoven non è che l’ultimo complotto terrorista sventato in Europa e tra questi tentativi alcuni, se non scoperti, avrebbero avuto conseguenze devastanti: vedi l’operazione antiterrorismo scattata tra il 6 e l’8 febbraio scorsi in Germania, Polonia e Danimarca che ha evitato un possibile attacco terrorista con armi chimiche da parte dello Stato islamico in Europa. Grazie ad una “soffiata” ricevuta da un Paese amico, ed alla stretta collaborazione tra l’intelligence tedesca e il Politiets Efterretningstjeneste (PET), i Servizi segreti danesi, vennero arrestate sette persone mentre altre cinque sono ancora indagate dall’ufficio del Procuratore generale di Naumburg (Land della Sassonia-Anhalt) per ‹‹tentativo di attentato terroristico e minaccia alla sicurezza dello Stato››.

Ma quanti attentati sono stati sventati dalla caduta di Baghouz (Al-Baghuz Fawqani Siria marzo 2019) che era l’ultimo bastione dell’ISIS? Difficile dare numeri certi anche perché le Autorità dei Paesi coinvolti, vedi Austria, Francia, Germania, Belgio, Svezia, Danimarca, Finlandia, Norvegia, Inghilterra, Svizzera, Italia, Spagna solo per citarne alcuni, cercano di non diffondere informazioni che potrebbero spaventare la popolazione già provata dalla pandemia da Sars Cov-2. In ogni caso i complotti terroristici sventati negli ultimi 2 anni sono circa cento. In alcuni casi, come in Francia, Spagna, Germania, Inghilterra era previsto l’uso di armi chimiche, droni suicidi e della “Madre di Satana” il devastante perossido di acetone (Tatp) utilizzato negli attacchi a Parigi nel novembre del 2015, a Bruxelles nel 2016, alla Manchester Arena del maggio 2017 e nell’attacco fallito alla stazione centrale di Bruxelles del 21 giugno 2017. E a una strage da commettere con armi chimiche contro un sito religioso a Montpellier il giorno di Pasqua (4 aprile 2021) pensava la 18enne arrestata insieme a tre sorelle e alla madre lo scorso 4 aprile a Beziers (Francia). Durante la perquisizione della loro abitazione, in un quartiere disagiato di Beziers, sono stati trovati prodotti chimici e una spada molto affilata. La famiglia di origine marocchina era già nota ai Servizi sociali e alla giustizia minorile. Se in Europa sono decine di migliaia gli estremisti islamici, altri sono arrivati e ne arriveranno dall’Afghanistan dove in queste ore hanno vietato ai barbieri in diverse province di tagliare o spuntare le barbe dei loro clienti, affermando che farlo «è contrario alla legge islamica›› avvertendo che «i trasgressori saranno puniti» e che «nessuno ha il diritto di lamentarsi». Sempre a proposito di Afghanistan va registrato l’intervento del Primo ministro pakistano Imran Khan che ha esortato l’Assemblea generale delle Nazioni Unite a mobilitarsi affinché la comunità internazionale aiuti economicamente l’Afghanistan in modo da evitare «serie ripercussione per il mondo intero».

Nel suo discorso l’ex campione di cricket, oggi Primo ministro ha affermato: «Se non ci occupiamo subito dell’Afghanistan, dove come dice l’Onu metà della popolazione è già vulnerabile, entro il prossimo anno almeno il 90% della stessa popolazione andrà sotto la linea della povertà» ed ancora «la profonda crisi umanitaria non avrà ripercussioni solo sui vicini dell’Afghanistan, ma ovunque». Imran Khan ha anche parlato del recente ritiro degli USA: «Gli Stati Uniti hanno sbagliato a cercare una soluzione militare e se l’Afghanistan non verrà supportato dalla comunità internazionale diventerà un rifugio sicuro per i terroristi». Nessuno dei giornalisti presenti gli ha chiesto cosa fosse prima l’Afghanistan e del ruolo avuto dall’intelligence di Islamabad nell’ascesa talebana ma forse era distratto. Capita.

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