lunedì, 25 Novembre 2024
Il vaccino italiano che non c’è e forse non ci sarà mai
Mancano tre giorni a settembre, cioè al giorno in cui sarebbe dovuto arrivare il Vaccino Italiano, quello promosso inizialmente dallo Spallanzani di Roma e che avrebbe dovuto produrre l’azienda farmaceutica Reithera. Bene, anzi, male perché il vaccino non c’è e non è nemmeno in ritardo. E’ proprio sparito, forse per sempre.
Era il 30 agosto 2020 quando il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti annunciava trionfante ai giornalisti l’avvio della sperimentazione per il vaccino Italiano. Dopo quasi un anno di false promesse, date spostate sempre più in là, la sperimentazione del vaccino è arrivata al capolinea per mancanza di fondi.
Come era prevedibile la società di Castel Romano nonostante gli annunci della politica regionale del Lazio e del Governo stesso non ha ricevuto i 60 milioni di euro necessari per finire la fase 3 della sperimentazione che prevede l’impiego di circa 10mila volontari. Il vaccino made in Italy che sarebbe dovuto arrivare a settembre si è trasformato nell’ennesimo flop nazionale portato a casa durante la pandemia. Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri che il 12 luglio esprimeva la sua preoccupazione in merito: “Credo sia una follia abbandonare l’azienda che ha oltre 100 ricercatori e offre un potenziale unico”. Ma un potenziale unico senza investimenti non va avanti così la società Reithera per non perdere tutto e proseguire nella sperimentazione è disposta a dare il vaccino a paesi stranieri. Il vaccino italiano dai mille annunci diverrà così il vaccino del miglior offerente.
Infatti è notizia del 21 luglio di un incontro con i vertici del governo messicano e Reithera a Castel Romano per un eventuale interessamento con relativo investimento. Ad organizzare l’appuntamento sarebbe stato proprio lo Spallanzani. Presenti: Antonella Folgori presidente di Reithera Italia, Stefano Colloca socio e responsabile dello sviluppo scientifico, e Giuseppe Ippolito direttore scientifico dello Spallanzani che avrebbero incontrato con una delegazione del ministero degli Esteri messicano nella sede di Castel Romano. Ricordiamo che L’Istituto INMI Spallanzani si è sfilato dalla sperimentazione della fase 2 del vaccino GRAd-COV2 ma ha contribuito alla redazione del protocollo clinico come “coordinating investigator”
Fonti vicine all’azienda che vogliono restare anonime confermano comunque che la sperimentazione è ferma al palo.
“I risultati della fase 2 sono stati positivi ma non basta. L’inizio della fase 3 è impegnativo perché si stima servano almeno 10mila volontari e un investimento di 60 milioni di euro. Erano stati previsti fondi pubblici nei mesi scorsi ma sono stati bloccati dalla Corte dei Conti a maggio. Alle parole del mondo politico di Giorgetti e Sileri, che confermavano la volontà di proseguire su questo progetto non è seguito nulla perché a livello di atti ufficiali non c’è stata nessuna conferma”.
Cosa succede se il Governo italiano decide di non finanziare Reithera?
“Il piano A era continuare con il Governo. Il piano B è fare accordi con governi stranieri per dare il vaccino ad altri paesi. In cambio, ovvio, di investimenti. Qualche settimana fa c’è stato un incontro conoscitivo organizzato dallo Spallanzani a Castel Romano con i vertici del Governo messicano perché l’azienda non vuole fermarsi alla fase 2”.
Invece con il Governo italiano ci sono stati incontri?
“Ci sono stato degli incontri nei mesi scorsi. i contatti sono continui perché Invitalia ha un posto nel Cda. Il contatto con Arcuri rimane ma servono certezze sui fondi che oggi non ci sono. Gli 80 milioni previsti sulla carta non stavano arrivando anche prima che la Corte dei Conti li bloccasse. Devono arrivare in concreto non solo a parole”.
La fase 3 è bloccata?
“La fase 3 è legata al finanziamento quindi la sperimentazione è ferma. Il fatto è che l’azienda sta aspettando indicazioni chiare altrimenti sarà venduto ed il Governo lo sa. Un altro problema è il Green pass per i volontari; fino ad oggi non potevano averlo perché Reithera non è riconosciuto dalle autorità regolatorie e anche su questo hanno preso tempo. I volontari infatti sono esentati fino al 30 settembre dal Green pass ma dopo?”