#ilgiornodpo, l’hashtag delle donne contro Grillo

Quello che voleva essere per Grillo un video in difesa del figlio Ciro accusato di stupro insieme a tre suoi amici, si é trasformato in un boomerang contro di lui. Le urla concitate del leader dei 5 stelle volte a smontare le accuse della ragazza non hanno sortito l’effetto che forse si aspettava. Oltre alle critiche ricevute, centinaia di donne hanno raccontato sui social le esperienze di violenza subita con l’hashtag #ilgiornodopo divenuto virale in poche ore e lanciato da Eva Dal Canto ricercatrice pisana di 29 anni vittima di violenza. In tantissime infatti si sono fotografate con il cartello che riporta la scritta #ilgiornodopo ed hanno trovato il coraggio di ribellarsi con la loro testimonianza a chi ancora oggi ha cercato come nel caso di Grillo, di metterle sul banco degli imputati. Nel suo video l’ex comico non si capacita dei tempi di reazione ad uno stupro: “Una persona che viene stuprata alla mattina, il pomeriggio fa il kite surf e dopo 8 giorni fa una denuncia”

Eppure anche Federica il giorno dopo è andata al mare ma porta ancora dopo anni le ferite dello stupro.

Saif invece il giorno dopo aveva dieci anni e non riusciva a capire.

Poi c’è Marika che aveva 16 anni quando lui ha tentato di strangolarla e dopo 5 anni anni ha ancora paura.

Mentre Silvia invece il giorno dopo è andata al ristorante a lavorare e ha denunciato solo quando ha razionalizzato cosa le era stato fatto.
“Il silenzio non porta più giovamento, se non agli stupratori- scrive Eva Dal Canto che ha lanciato l’hashtag #ilgiornodopo”In un recente sproloquio, Beppe Grillo ha difeso il figlio dalle accuse di stupro dicendo che la vittima l’indomani è andata a fare surf. Come se questo invalidasse magicamente non soltanto le accuse, ma anche la reputazione della ragazza.Troppe persone subiscono stupri e violenze nel segreto delle loro camere, nelle macchine dei compagni di classe e non acquistano consapevolezza di ciò che hanno subito fino a molto tempo dopo.Talvolta, come nel mio caso, dopo anni.

Ma il problema è anche che una certa narrazione sembra voler colpevolizzare chi sopravvive, che dopo lo stupro non può voler trovare una distrazione o un piccolo attimo per non pensare al dolore e cercare di andare avanti. Ci volete morte, oppure in lutto perenne. Si parla poco di sopravvivenza, di quanto sia difficile e di quanti sforzi comporti, per questo, voglio che tuttə noi ci facciamo sentire. Lancio l’hashtag #ilgiornodopo perché le/i sopravvissutə allo stupro e alle violenze raccontino quanto drammaticamente sia normale e diffuso non aver denunciato immediatamente. O, come nel mio caso, non aver denunciato affatto.

#ilgiornodopo di Sabrina

Ricordi annebbiati dal dolore, dall’incredulità. Il giorno dopo la normalità degli altri che mi facevano sentire in colpa di soffrire. Il giorno dopo na doccia veloce senza poter pulire lo sporco dentro. Il giorno dopo ereo militare e ospedale. Il giorno dopo le chiacchiere inutili e le risate di chi non voleva ascoltarti. #ilgiornodopo il vomito e pianto ingoiati. Il giorno dopo e altri ancora in ospedale senza un ricambio, perché a nessuno è venuto in mente di “chiedere”. Ilgiorno dopo è anche oggi ma con una consapevolezza nuova!

#ilgiornodopo di Moya

Il giorno dopo (o i giorni dopo, poiché era reiterato) andavo a scuola, o facevo ai compiti, o nuotavo, o pranzavo seduta al tavolo coi miei genitori che, #perilbenedellafamiglia, una volta scoperto, non hanno voluto denunciare gli abusi di cui sono stata vittima, da parte del mio prozio dai 5 ai 7 anni. Caro Grillo, e ne sono passati 37 e lui è già stramorto: allora non è mai successo? Inoltre, un’altra volta, da adulta. #ilgiornodopo iniziavo un seminario intensivo di di Vipassana. Ho ritenuto buono per me trascorrere 10 giorni nel totale silenzio e isolamento che questa pratica meditativa comporta per “sentire” lo strazio convulso che avevo dentro. Al ritorno ho denunciato. Caro Grillo, anche questo non è successo?

#ilgiornodopo di Gina

Il giorno dopo sono partita per un viaggio pianificato prima del giorno prima maledetto.Ci sono voluti 11 anni per chiamarlo stupro, ancora oggi porto addosso la paura di parlarne, di non essere creduta, di essere giudicata…ma ho continuato a spargere tanto sale su quella ferita per far sì che bruciasse sempre, per ricordare in eterno l’infame abominio di quel maschio,. Per mantenere vivo il dolore che si prova ad essere abusati. Per ricordare che ogni volta che dico no ad un uomo deve essere no. Per insegnarlo a mia figlia. Per dirlo alla mia amica. Per dirlo a chiunque possa essere vittima di abusi. Il no è NO SEMPRE e se tu non lo rispetti sei ignobile. Poi, leggi, processi, galera, ben vengano, ma tu sei stato ignobile e io pagherò per sempre.

Era inimmaginabile pensare che lo show di Grillo non scatenasse lo sdegno collettivo che non ha toccato però molti dei 5 stelle che dicono di aver solidarizzato per il suo ruolo di padre e non di capo del loro movimento, anche se la sensazione di molti è che abbiano fatto l’esatto contrario. Così il messaggio che se una donna vittima di violenza non denuncia subito è perché era consenziente o si stava divertendo non è passato. Le vittime di violenza sessuale non vogliono più tacere, anzi gridano anche per tutte quelle donne che #ilgiornodopo non hanno denunciato perché sono state uccise.

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