I’m Your Man, quando l’amore è robotico

(ANSA) – ROMA, 08 OTT – In I’M YOUR MAN di Maria Schrader
all’inizio è davvero difficile distinguere chi è il robot.
    Perché se Tom (interpretato da Dan Stevens della serie DOWNTON
ABBEY) è presentato subito come un androide sperimentale e ha
dunque le sue legittime legnosità, Alma Felser (Maren Eggert),
quella umana, di empatia ne ha davvero poca.
    Da quando si è separata dal suo compagno la donna ormai vive
sola e sembra stare in pace con se stessa. E anche per quanto
riguarda il suo lavoro c’è poco da stare allegri: è
un’affidabile ricercatrice scientifica al Museo Pergamon di
Berlino.
    Questi i due personaggi principali del film che sarà distribuito
in Italia da Koch Media a partire dal 14 ottobre. Già candidato
dalla Germania agli Oscar e trionfatore ai German Film Awards,
I’M YOUR MAN nonostante ricalchi un genere molto utilizzato al
cinema, alla fine non manca di fascino e comunque apre ad alcune
riflessioni.
    Il fatto è che l’androide Tom, totalmente programmato con un
algoritmo per far felice Alma, inizialmente di sbagli ne fa
tanti, ma solo perché troppo perfetto. Atmosfere romantiche,
candele e brindisi al chiaro di luna e tutta una serie di cose
che pur dovevano essere nell’immaginario di Alma. Una volta
diventate reali invece non hanno alcuna efficacia su questa
studiosa di scrittura cuneiforme che, anche grazie al suo team,
si è guadagnata una grande reputazione e si è prestata a questo
esperimento della durata di tre settimane.
    Ma essere una macchina ha i suoi vantaggi. Oltre a mostrare
capacità da Wikipedia, Tom impara dagli sbagli che fa anche con
Alma ovviamente.
    E, a differenza degli umani, li corregge scoprendo, e facendoci
scoprire, che a volte si amano negli altri più le imperfezioni
che le virtù. (ANSA).
   

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