In 30 anni quadruplicate le donazioni di organi, da 450 a 1.700

In Italia negli ultimi 30 anni il
tasso di donazione degli organi è quadruplicato, passando da
otto donatori per milione di abitanti nel 1994 ai 30 di oggi. E
le 450 donazioni di allora sono diventate 1.700 nel 2024 mentre
i trapianti sono passati da 1.498 a 4.466. Sono alcuni dati
presentati durante il convegno ‘Il dono della vita’, organizzato
dall’Ospedale Bambino Gesù in occasione del trentennale della
morte di Nicholas Green, il bimbo colpito da un proiettile il 29
settembre del 1994 mentre era in vacanza in Italia.
    Con un gesto che all’epoca sorprese tutti, i suoi genitori,
Margaret e Reginald decisero di donarne gli organi, e oggi sono
tornati nel nostro Paese. “L’agonia di quei giorni – racconta
Margaret – fu una serie di duri colpi ma donare gli organi di
Nicholas è stata la decisione importante più semplice che
abbiamo mai dovuto prendere. Quattro mesi dopo, incontrammo i
riceventi, erano tutti in buona salute. Eppure, quattro mesi
prima, cinque di loro erano in punto di morte, e altri due
stavano diventando ciechi”. Una di loro si chiama Maria Pia,
aveva 19 anni ed era in coma per insufficienza epatica. Ma
invece di morire, si svegliò con un nuovo fegato. Due anni dopo
si sposò ed ebbe un figlio, che decise di chiamare Nicholas.
    Da allora, i donatori hanno permesso di eseguire 92.478
trapianti in Italia. Determinante per la crescita dei numeri,
che ci vedono ai primi posti in Europa, è stata la legge 91 del
1999 che ha formalizzato la Rete trapiantologica italiana.
    “Questa crescita – ha spiegato Giuseppe Feltrin, direttore del
Centro Nazionale Trapianti (Cnt) – si deve allo sviluppo di una
cultura del dono, sostenuta dalle preziose testimonianze dei
familiari di donatori. Ma a fare la differenza è stata la
nascita di un sistema che vede il Cnt, il Ministero della Salute
e le Regioni lavorare fianco a fianco”.
    Nonostante i passi in avanti, ci sono ancora forti
resistenze verso la donazione dovute a poca informazione e fake
news. “Nell’ultimo semestre – Maria Rosaria Campitiello, capo
Dipartimento della Prevenzione del Ministero della Salute, i ‘no’ registrati dai cittadini al rinnovo della carta d’identità
hanno rappresentato il 35%. Rilanciare l’appello al dono è
fondamentale per dare una speranza agli 8mila pazienti che sono
ora in attesa di trapianto”.
   

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