venerdì, 15 Novembre 2024
In Marocco al via la conferenza sul terrorismo islamico, e scattano gli arresti
A tre giorni dall’inizio della conferenza «The Global Coalition against Daesh» la coalizione di 84 paesi guidata dagli Stati Uniti contro lo Stato islamico che si terrà a Marrakech (Marocco), la polizia marocchina ha dichiarato venerdì, «di aver arrestato in collaborazione con il “Federal Bureau of Investigation” (FBI) degli Stati Uniti, un sospetto membro dello Stato islamico, implicato nel complotto di atti di terrorismo».
L’uomo un ingegnere di 37 anni, «gestiva un gruppo chiuso di utenti dedicato a obiettivi e progetti estremisti e mirava a reclutare e attirare simpatizzanti», è originario della provincia di Berkane (Regione Orientale del Marocco), ed è accusato «della preparazione di un complotto terroristico volto a sferrare un duro colpo all’ordine pubblico. Il suo obiettivo secondo l’antiterrorismo marocchino, «era compiere attacchi contro dignitari marocchini e stranieri sul suolo marocchino». Come accaduto più volte negli ultimi anni, «i contorni della sua cospirazione terroristica sono stati smascherati sulla base di ricerche e indagini tecniche condotte insieme all’FBI» agenzia degli Stati Uniti con la quale il Marocco ha messo a segno nemerose operazioni antiterrorismo. A proposito della collaborazione tra l’FBI e l’antiterrorismo di Rabat, le autorità marocchine hanno ricordato che anche quest’ultima operazione «è un’ulteriore prova dei persistenti pericoli della minaccia terroristica che incombe sul Marocco e l’importanza della cooperazione bilaterale con gli Stati Uniti nella lotta al terrorismo».
Il Marocco è stato risparmiato dalla violenza estremista che ha scosso altri paesi del Medio Oriente e del Nord Africa negli ultimi anni, ma i servizi di sicurezza segnalano regolarmente arresti di sospetti in operazioni contro cellule militanti. Il Marocco che è considerato uno dei principali esportatori di combattenti stranieri visti i 1.500 foreign fighters diretti nel Siraq, ha da tempo adottato la «tolleranza zero» nei confronti di coloro che aderiscono al terrorismo; secondo i dati ufficiali solo nel 2022 i servizi di sicurezza hanno smantellato più di 2.000 cellule estremiste ed effettuato oltre 3.500 arresti, e grazie all’efficienza dei servizi segreti e della polizia marocchina, sono stati sventati diversi attentati in Europa vedi in Germania, Spagna e Francia. Una reputazione quella del comparto di sicurezza marocchino che è cresciuta negli anni e che è stata più volte confermata dall’FBI e da altre agenzie di intelligence. Non è quindi un caso se la «Coalizione internazionale contro lo Stato islamico» (creata nel 2014), abbia scelto Marrakech come località dove tenere la sua prossima conferenza del 10-12 maggio 2022.
Youssef Balla Ambasciatore del Marocco in Italia
Secondo Youssef Balla Ambasciatore del Marocco in Italia, « Lo svolgimento in Marocco dell’incontro della coalizione anti-Daesh riflette in modo significativo il posto di rilievo occupato dal Regno nell’architettura della sicurezza globale. Questo grande evento, che vedrà la partecipazione di oltre 92 paesi, mette in evidenza la leadership marocchina su scala globale come fornitore di pace e sicurezza, in particolare in Africa, dove le minacce per la sicurezza globale come l’estremismo, il crime organizzato ed il separatismo sono in espansione protetti e promossi anche da alcuni paesi della regione. Attingendo alla propria conoscenza ed esperienza che lo distingue fra i paesi della regione per le sue alte competenze in questo settore, il Regno svolge le sue azioni per la sicurezza globale in modo sfaccettato, includendo sia la lotta al terrorismo, sia la lotta contro l’estremismo, nonché sicurezza militare».
L’ambasciatore del Marocco in Italia a Panorama.it parla anche della strategia antiterrorismo utilizzata dal suo paese; «il Regno ha attuato, dal 2003, un approccio multidimensionale alla lotta al fenomeno del terrorismo e della radicalizzazione, facendo del Regno un riferimento mondiale. È una strategia di sicurezza nazionale, preventiva, inclusiva, globale e permanente. Questa strategia si concentra sia su un approccio alla sicurezza che sullo sviluppo economico e sociale. La strategia marocchina si è concretizzata attraverso la riforma del campo religioso, la gestione delle moschee, la formazione degli imam, l’organizzazione delle fatwa. Ha incluso anche lo smantellamento delle cellule di reclutamento, il recupero delle persone indottrinate, lo sviluppo di un sistema che consenta di anticipare la minaccia. A livello internazionale, la strategia marocchina mira a preservare l’Islam da ogni interferenza promovendo la pratica di un Islam moderato e aperto». Infine Yossef Balla sottolinea come «anche la cooperazione internazionale fa parte importante di queste quadro rafforzando strettamente i rapporti fra i servi marocchino e quelli occidentali, fra cui gli italiani. Grazie al flusso di informazioni se ha ottenuto una reazione più rapida e specifica a possibili atti terroristici, mettendo a salvo vite umani in Europa. Prova di queste forte posizionamento del Marocco è il fatto che è stato appena rieletto alla guida del Forum internazionale per la lotta al terrorismo, che presiede per il quinto anno consecutivo con il Canada».
Per tornare alla strategia di approccio multidimensionale di contrasto al terrorismo del Marocco negli scorsi giorni Re Mohammed VI ha graziato 29 persone incarcerate per reati di «terrorismo o estremismo». Questi fanno parte delle 958 persone condannate da vari tribunali del Paese che il Re ha deciso di graziare in occasione della festa dell’Eid al-Fitr alla fine del Ramadan. Secondo il comunicato del ministero della Giustizia la grazia è arrivata «dopo aver ufficialmente espresso il loro attaccamento alla sacralità della nazione e alle istituzioni nazionali, rivisto i loro orientamenti ideologici e rifiutato l’estremismo e il terrorismo». Tra gli aspetti più interessanti della strategia marocchina c’è la «Moussalaha» (riconciliazione in arabo) il programma del Marocco di de-radicalizzazione e inserimento sociale offerto ai prigionieri ex membri di organizzazione terroristiche islamiche che hanno dimostrato la disponibilità a rinunciare alla violenza. Questo programma oltre al sostegno psicologico, consiste in tre mesi di lezioni in carcere su religione, legge ed economia. Inoltre, i detenuti vengono anche formati su come avviare una loro attività impreditoriale in modo da avere un futuro lontano dalle follie del terrorismo.