In Ucraina è allarme per l’amianto e il rischio tumori

La cura del cancro nelle zone di guerra sta diventando una vera emergenza, a partire dall’Ucraina dove la distruzione degli edifici ha portato all’accumulo di milioni di tonnellate di macerie contaminate da amianto, causa di gravi forme di tumore come il mesotelioma. E’ l’allerta degli oncologi in occasione del convegno ‘World Cancer Day: United by Unique’, promosso dall’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) e Fondazione Aiom nella Giornata mondiale contro il cancro che si celebra oggi.

“I conflitti armati provocano contemporaneamente una maggiore esposizione al rischio di ammalarsi, una minore possibilità di prevenzione e diagnosi precoce e gravi carenze, sia quantitative che qualitative, nell’assistenza e nella riabilitazione dei malati. Questo vale sia in campo oncologico sia nelle altre discipline mediche”, afferma Pirous Fateh-Moghadam, dell’Osservatorio Epidemiologico Dipartimento di Prevenzione Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento. Un esempio dell’incremento del rischio cancerogeno si sta realizzando appunto nel conflitto in Ucraina.

Lo United Nations Office for Disaster Risk Reduction (Undrr), rileva, “sottolinea infatti il pericolo rappresentato dall’amianto, un materiale cancerogeno utilizzato in maniera estensiva in edilizia nel Paese fino a tempi recenti. In Ucraina, l’uso dell’amianto è stato vietato solo nel 2017 (in Italia nel 1992) e l’Undrr stima che fino al 60% dei tetti siano rinforzati con amianto. La massiccia distruzione degli edifici sta quindi creando milioni di tonnellate di macerie altamente pericolose”. Durante i crolli e gli incendi in seguito ai bombardamenti, avverte l’oncologo, “le fibre di amianto sono rilasciate nell’atmosfera e vengono respirate dalle persone”. 
   

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