Incarcerato a Cuba per 14 anni, un lettera viene inviata a Meloni con la richiesta di ritorno in Italia. L’autore sostiene di essere stato condannato per un omicidio che non avrebbe potuto commettere, poiché si trovava a Firenze nel momento in cui il reato è stato perpetrato

Simone Pini, condannato a 25 anni di carcere a Cuba per un omicidio, sostiene di avere prove della sua innocenza, mostrando il suo arrivo sull’isola undici giorni dopo il crimine. Da 14 anni in carcere cubano, Pini chiede l’intervento della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, sperando di servire il resto della sua pena in Italia, conformemente alla legge cubana. Assieme ad altri due italiani, Pini fu arrestato nel 2010 dopo la morte di una bambina di 12 anni. Uno degli imputati, Luigi Sartorio, già estradato per problemi di salute, sta scontando la pena in libertà. La revisione della Costituzione cubana del 2022 ha permesso a Pini di accedere a informazioni personali che mostrano che al momento del crimine era a Firenze. Pini lamenta che nonostante la legge cubana preveda l’espulsione dei detenuti stranieri non residenti che hanno scontato metà pena e dimostrato buon comportamento, gli è stata negata tale possibilità.

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