Indennità a medici, protesta presidente 118 per esclusione

“Siamo servitori dello Stato e non fantasmi. Se si trovano le risorse per destinare 90 milioni di euro per incentivare medici, infermieri e Oss del Pronto Soccorso, pienamente meritati, si trovino, nello stesso tempo, e nello stesso provvedimento legislativo, i fondi per il pari incentivo a medici, infermieri ed autisti-soccorritori del Sistema di Emergenza Territoriale 118 nazionale. Auspico che il ministro Speranza includa il Sistema di Emergenza Territoriale 118 tra i soggetti istituzionali beneficiari di una incentivazione economica del personale”. E’ l’accorato appello del Presidente nazionale della Società Italiana Sistema 118 Mario Balzanelli sulla decisione di allocare 90 milioni di euro per l’incremento stipendiale del personale medico, infermieristico ed Oss del Pronto Soccorso finalizzato ad evitare la desertificazione del servizio.
    “La prima linea del Sistema dell’Emergenza Sanitaria nazionale – sottolinea Balzanelli – è, istituzionalmente e in concreto, rappresentata per tutte le più emergenze medico-chirurgiche dal 118 e non dal Pronto Soccorso.
    Riconoscere la necessità strutturale di supportare la prima linea, che nei vari territori regionali cade visibilmente a pezzi, smantellata e depotenziata negli ultimi 20 anni, deve significare rendere merito a tutti gli operatori del Sistema 118, tutti e nessuno escluso, medici, infermieri ed autisti-soccorritori”.
    Balzanelli ricorda che il 118 è l’unico sistema istituzionale tempo-dipendente dello Stato, “viviamo con il cronometro nella mente e nel cuore, ci precipitiamo a salvare vite umane nei contesti operativi più ostili e rischiosi di giorno e di notte, festivi e superfestivi, scendendo dirupi, correndo sotto la pioggia, andando a sdraiarci sotto macchine ribaltate. Entriamo nelle case di 60 milioni di persone, nelle case di tutti gli italiani, subiamo maltrattamenti, aggressioni, lesioni fisiche e morali, minacce a volta. Più di tutto, noi del Sistema 118, salviamo, ogni santo giorno, innumerevoli vite umane, adulti, bambini, neonati, anziani, vittime di malori o di traumi improvvisi. E lo facciamo in nome e per conto dello Stato”.

“Abbiamo affrontato, sempre noi della prima linea, e questo la cittadinanza nazionale lo sa molto bene, la tragedia della pandemia da COVID-19, andando allo scoperto, ieri come oggi, a soccorrere i pazienti che non respiravano, sempre e comunque, a volte anche privi dei dispositivi di protezione individuali idonei, con le buste dell’immondizia ai piedi, stabilizzando crisi respiratorie gravissime, stando a diretto contatto con i pazienti COVID, a strettissimo contatto, nel vano sanitario assai ristretto delle nostre ambulanze, rimanendo ad assistere i pazienti anche, lunghissimi, estenuanti, drammatici, giorni interi a bordo delle nostre ambulanze impilate in fila indiana davanti agli ospedali in attesa della presa in carico da parte dei colleghi delle unità operative ospedaliere.
Il 118 nazionale vede, ormai, i medici abbandonare in massa il servizio, e i mezzi di soccorso sempre più insufficienti rispetto alle crescenti necessità del servizio. Tutto questo, prima che gli operatori, lo pagano i cittadini, sulla propria pelle”.
   “Non siamo i figli di un dio minore e non siamo secondi a nessuno – conclude Balzanelli – chiediamo e pretendiamo rispetto dalle istituzioni, a partire dal governo, conclude Balzanelli, perché non abbiamo elemosine da chiedere e nessuno ci sta facendo un favore dato che, ricordo, siamo anche noi servitori dello Stato e non i fantasmi eccellenti della Sanità nazionale. Se noi scendessimo, tutti insieme, in piazza, si fermerebbe all’istante la Sanità per acuti del Paese.“

    (ANSA).
   

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