lunedì, 25 Novembre 2024
India e Cina, scontri tra soldati al confine
Sono preoccupanti le notizie che arrivano dal confine himalayano dove negli scorsi giorni i soldati indiani e cinesi si sono scontrati armati di mazze e pistole stordenti. Si tratta del primo incidente noto tra le due potenze asiatiche che sono dotate di armi nucleari. Il ministero della Difesa indiano in una nota riportata dalla CNN ha affermato che «i soldati di entrambe le parti hanno riportato ferite lievi nel confronto avvenuto nel settore Tawang, nel territorio nord-orientale indiano dell’Arunachal Pradesh», che è una regione impervia e per questo quasi inaccessibile, che confina con la Cina meridionale. L’area non è solo strategicamente importante. In quanto luogo di nascita del sesto Dalai Lama e sede del più grande monastero buddista dell’India, Tawang è anche carica di simbolismo politico. L’India ha preso il controllo della regione nel 1951, lo stesso anno in cui la Cina ha annesso il Tibet, mandando in esilio in India l’attuale Dalai Lama (che ora ha 87 anni) otto anni dopo.
Il confine conteso lungo 3.379 chilometri è da tempo argomento di scontro politico tra Nuova Delhi e Pechino, con tensioni che si sono intensificate bruscamente nel giugno 2020, quando ad Aksai Chin-Ladakh vi furono dei combattimenti tra le due parti che hanno provocato la morte di almeno 20 soldati indiani e quattro cinesi.
Il ministro della Difesa indiano Rajnath Singh ha accusato le truppe dell’Esercito popolare di liberazione cinese (PLA) «di voler cambiare unilateralmente lo status quo tentando di attraversare la linea di controllo effettivo (Line of Actual Control- LAC)», il confine reale dei due paesi. Poi il ministro indiano ha descritto i fatti: «Il conseguente confronto ha portato a una colluttazione fisica in cui l’esercito indiano ha coraggiosamente impedito al PLA di trasgredire nel nostro territorio e li ha costretti a tornare ai loro posti», aggiungendo che non ci sono stati feriti gravi da parte indiana.
Il ministero degli Esteri cinese durante la sua conferenza stampa del 13 dicembre non ha ammesso direttamente l’incidente: «Per quanto ne sappiamo, l’area di confine tra Cina e India è generalmente stabile ed entrambe le parti hanno mantenuto comunicazioni fluide su questioni relative ai confini attraverso canali diplomatici e militari», ha detto il portavoce Wang Wenbin rispondendo alla domanda sulla dichiarazione dell’India su quanto accaduto.
India e Cina entrarono in guerra per le loro regioni di confine nel 1962, istituendo infine il LAC. Nonostante questo i due paesi non sono d’accordo sulla sua posizione precisa ed entrambi accusano regolarmente l’altro di oltrepassarla o di cercare di espandere il proprio territorio. Negli anni ci sono stati una serie di scontri per lo più non letali sulla posizione del confine. Nel settembre scorso il governo indiano aveva affermato che le truppe indiane e cinesi «avevano iniziato a disimpegnarsi dall’area di confine tra Gogra e Hotsprings nell’Himalaya occidentale», due anni dopo che gli scontri alla frontiera avevano messo a dura prova i rapporti diplomatici.
Il 30 novembre 2022, il ministero degli Esteri cinese ha criticato le esercitazioni congiunte ad alta quota condotte tra truppe statunitensi e indiane nell’Uttarakhand, nel nord dell’India, affermando che «le esercitazioni non hanno contribuito a costruire la fiducia bilaterale» e che Pechino aveva espresso le proprie preoccupazione a Nuova Delhi. Il progressivo avvicinamento dell’India agli Stati Uniti avvenuto negli ultimi anni ha reso sempre più diffidente la Cina che vive come un affronto il dialogo sulla sicurezza Quad, che include India, Stati Uniti e gli alleati americani Giappone e Australia, che è diventato sempre più produttivo. Parlando al Parlamento la scorsa settimana prima della scaramuccia, il ministro degli Esteri indiano Subrahmanyam Jaishankar ha affermato che «negli ultimi anni si sono verificate anomalie nelle relazioni Cina-India a causa delle preoccupazioni sui confini e che Nuova Delhi e noi non tollereremo i tentativi di cambiare unilateralmente il LAC». Ora anche se apparentemente la situazione pare essere rientrata, gli scontri della scorsa settimana mostrano che la disputa sul confine è ben lungi da essere risolta.