James Gray, Armaggedon Time il mio film più personale

(ANSA) – ROMA, 20 OTT – Tutto corrisponde in quanto a numeri.
    Il regista di ARMAGGEDON TIME, James Gray, è nato infatti a New
York nel 1969 proprio come il protagonista di questo film, Paul
Graff (Banks Repeta), adolescente negli anni Ottanta nel Queens.
    Insomma con ARMAGGEDON TIME, già a Cannes e oggi alla Festa di
Roma, ci troviamo di fronte a un film squisitamente biografico.
    “È un film personale, intimo”. Si tratta di un coming-of-age
sulla crescita negli anni Ottanta con un cast stellare. Su tutti
la presenza di un Anthony Hopkins in versione nonno che tutti
vorrebbero avere. E poi, sempre nel film che sarà distribuito in
sala con Universal, tutti i temi dell’epoca: razzismo, corsa
allo spazio, politica (in un cameo c’è Cate Blanchett nei panni
della sorella di Donald Trump), aspirazioni e principio di
realtà e tutto questo negli anni del boom del dopoguerra e
all’alba di una nuova era. Tutto ruota intorno a questo inquieto
ed esile ragazzino di nome Paul Graff che ama l’arte astratta ,
(su tutti Kandisky) e che ha un fratello più grande , un padre
capace di isterie (Jeremy Strong) e una madre protettiva (Anne
Hataway). Paul si ritrova come amico del cuore il più che
vivace Johnny (Jaylin Webb), un compagno di classe ostracizzato
a scuola per il colore della pelle (é l’unico afro-americano).
    Con lui vivrà le sue piccole necessarie trasgressioni.
    D’altronde Paul si crede protetto da sua madre, anche perché
rappresentante dei genitori della sua classe, e da suo nonno
pieno di saggezza e che gli racconta sempre di come la sua
famiglia ebrea se la sia cavata durante la Shoah. Ma un brutto
giorno un incidente vede coinvolti entrambi gli adolescenti e
Paul viene mandato in una scuola privata, dove il consiglio è
presieduto dal padre di Donald Trump. Che ne è del sogno
americano? “Voglio dare una risposta dark. Se si chiede ai
giovani di oggi cosa vogliono fare, ti rispondono: l’influencer.
    Ma che significa? Credo che oggi ci sia una specie di vuoto.
    Conta solo il prodotto. C’è gente che aspetta venti ore per
acquistare un i-phone della 172ma edizione. Ma vi rendete conto,
le persone vivono per le cose e questa è la morte dell’anima”.
    (ANSA).
   

Leggi su ansa.it