Jeff Bridges e Il Grande Lebowski, non fu capito subito

(ANSA) – NEW YORK, 07 MAR – “Non fu capito subito’. Alla luce
del 25/o anniversario dell’uscita di ‘Il grande Lebowski’ (The
Big Lebowski) Jeff Bridges commenta così la commedia noir del
1998 diretta da Joel ed Ethan Coen. All’epoca il film fu
infatti accolto tiepidamente sia dal pubblico che dalla critica,
fu poi rivalutato fino a diventare un cult. “Pensavo – ha detto
l’attore, che aveva il ruolo di Jeffrey Lebowski, detto ‘Drugo’,
in un’intervista a Hollywood Reporter – che sarebbe stato un
grande successo. Rimasi sorpreso quando non gli fu dato
riconoscimento. Le persone non lo capirono”. Bridges ha spiegato
anche che quando lesse il copione si sentì subito legato al
personaggio di Lebowski. “La mia prima impressione – continua –
fu che si trattava di una grande copione e che non avevo mai
fatto nulla di simile. Pensai che i fratelli (Coen, ndr) mi
avessero spiato quando ero alle superiori. Il film, del cui
cast facevano parte anche John Goodman, Steve Buscemi, Julianne
Moore e John Turturro, ruota attorno alle vicende di Drugo, un
hippy fannullone, assiduo fumatore di marijuana e accanito
bevitore di White Russian, che conduce una pigra e piacevole
esistenza condita da frequenti partite di bowling con gli amici
Walter e Donny. La sua vita disimpegnata è improvvisamente
sconvolta dalla visita di due scagnozzi del magnate del porno
Jackie Treehorn, che gli ingiungono, senza mezze misure di
sorta, di pagare i debiti che sua moglie avrebbe accumulato nei
confronti del loro boss. Solo dopo l’aggressione i due tirapiedi
si rendono conto di aver sbagliato persona, a causa di un
bizzarro caso di omonimia col signor Jeffrey Lebowski, un
miliardario locale. Nel 2008 la pellicola è stata inserita al
40/o posto tra i 500 migliori film della storia secondo la
rivista Empire. Lo stesso anno, sempre Empire ha inserito ‘Drugo’ al settimo posto nella lista dei 100 migliori personaggi
cinematografici di tutti tempi. Nel 2014 è stato scelta per la
preservazione nel National Film Registry della Biblioteca del
Congresso degli Stati Uniti. (ANSA).
   

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