domenica, 24 Novembre 2024
John Yoko, amore musica e politica nel docu da Oscar
(dell’inviata Alessandra Magliaro) John Lennon fa fare
l’aeroplanino al figlioletto Sean appena nato e poi lo porta a
spasso mentre Yoko Ono gli dà la pappa nella cucina
dell’appartamento nel Dakota Building con vista su Central Park:
un quadretto familiare tenero che è una delle tante scoperte di ‘One to One: John & Yoko’, il documentario dello scozzese Kevin
MacDonald con Sam Rice-Edwards che è una vera e propria
immersione negli anni newyorkesi di Lennon ormai separato dai
Beatles. Il film è in anteprima mondiale fuori concorso alla
Mostra del cinema di Venezia e poi andrà al festival di
Telluride.
Il regista ha potuto accedere all’archivio Lennon e alla
Lennon’s Estate e ricostruire l’esperienza della coppia che tra
musica, concerti benefici, manifestazioni partecipava alla vita
culturale della città e soprattutto a quella politica. Erano gli
anni della guerra in Vietnam, dei cortei dei giovani che
chiedevano stop the war e peace now – scene e frasi
drammaticamente attuali – del presidente Nixon da boicottare ma
che invece veniva rieletto, del governatore razzista
dell’Alabama George Wallace oggetto di un attentato che infiammò
l’America. Cosa non si è detto, visto, scritto dei FabFour, del
loro addio – The Beatles: Get Back di Peter Jackson nel 2021 è
solo l’ultimo degli approfondimenti – di Yoko Ono rovina Beatles
eccetera eccetera? Eppure One to One: John & Yoko getta nuova
luce.
Innanzitutto il periodo non troppo indagato: siamo nel
1971-1972, la coppia innamoratissima era arrivata
dall’Inghilterra, aveva preso casa al 496 di Broome Street a
Soho e al 105 di Bank Street al Village, trascorreva giornate a
letto, il famoso periodo peace and love, strimpellando,
cantando, intervenendo nei programmi tv, ma cominciava di fatto
una nuova vita. Fu allora che John e Yoko si impegnarono
pesantemente in cause politiche e realizzarono Some Time in New
York City, passato alla storia come il peggior album di Lennon e
soprattutto il concerto di beneficenza per la famigerata
Willowbrook State School per bambini con disabilità
intellettive, che un’inchiesta tv aveva svelato come un istituto
in pratica di detenzione pediatrica. Lennon e Ono (la cui figlia
Kyoko avuta dall’ex marito Anthony Cox, le era stata sottratta
con grande dolore) si buttano con generosità nella realizzazione
del concerto così come in altre cause, spesso insieme
all’attivista sociale Jerry Rubin e al padre beatnik Allen
Ginsburg, tentando di coinvolgere anche un recalcitrante Bob
Dylan e quegli slanci sono forse una delle belle scoperte del
documentario.
One to One ebbe luogo al Madison Square Garden il 30 agosto
1972, l’unico concerto completo che Lennon tenne dopo aver
lasciato i Beatles e prima che venne ucciso da un fan
squilibrato sotto casa l’8 dicembre 1980. Il film è il racconto
di anni irrequieti per l’America, per Lennon e Yoko (femminista
della prima ora partecipa alla prima storica riunione, 1971),
tra pubblico e privato. E poi però c’è la musica Imagine,
Looking over from my hotel window, Hound Dog, Come together, 39,
Mother e tante altre. “L’idea del film – ha detto il regista – è
stare con loro, come seduti nella loro casa, c’è intimità, c’è
la storia del dolore di Yoko che cercava la figlia e c’è anche
la loro vulnerabilità di famosi, ricchi, generosi e idealisti
che volevano fare la rivoluzione ma poi disillusi pensarono alle
piccole cose da cambiare, come far star meglio i bambini della
Willowbrook School”. E poi, se pure è un tema divisivo dagli
anni ’60, c’è Yoko Ono “questo film ha dato a Yoko la
possibilità di essere vista, uguale a John”.
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