Justine Bateman, da Casa Keaton a regia di Violet

(ANSA) – ROMA, 11 SET – Negli anni ’80 Justine Bateman era
diventata da adolescente una star televisiva grazie al ruolo di
Mallory in Casa Keaton, la sitcom, in onda dal 1982 al 1989, che
ha lanciato la carriera di Michael J. Fox, su una famiglia
capace di rimanere unita tra piccoli problemi e avventure
quotidiane. Un successo al quale l’attrice ha dato seguito con
una carriera soprattutto in ruoli di contorno fra cinema e tv
(ha partecipato anche a serie come Arrested Development con il
fratello Jason Bateman, e fra le altre, Californication, Psych,
Desperate Housewives, Private Practice, Criminal Minds: Suspect
Behaviour, Modern Family) con negli ultimi anni impegni da
produttrice, scrittrice e sceneggiatrice. Ora è arrivato anche
il debutto da regista di un lungometraggio, il dramma intimo
Violet, che dopo l’esordio al South by Southwest Festival in
primavera, è in programma fra le ‘Special presentations’ al
Toronto Film Festival.
    Il film, concepito come un’esperienza immersiva, tra
suggestioni sonore e visive, mescola flusso di coscienza e
realtà mettendo in scena il travagliato percorso personale di
Violet (una convincente Olivia Munn) dirigente in una compagnia
di produzione, brillante ma ipercritica con se stessa tanto da
sentire costantemente nella testa una voce che demolisce le sue
scelte e scoraggia ogni possibile decisione coraggiosa (Justin
Theroux). Un’insicurezza (rappresentata anche con pensieri
scritti sullo schermo) che la porta spesso a non lottare per le
proprie opinioni e a subire l’arroganza di capi, colleghi e
famigliari. Una tensione che sfocia in una crisi profonda e
nella necessità di reagire.
    “Chi vive la propria vita guidato dalla paura spesso non
pensa di avere la forza di cambiare strada – spiega la regista –
di poter attraversare un ponte per arrivare a una vita più
istintiva e libera. Ho concepito Violet, è un po’ come una mappa
per arrivare a quel ponte”. (ANSA).
   

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